Adiconsum: caro-spiaggia i balneatori alzano i prezzi

La denuncia di Corraro: aumentano i costi per pizzette, bibite e caffè nei fine settimana tanti gestori ritoccano i listini per guadagnare di più

PESCARA. «Una focaccia costa 10 centesimi in più dell’anno scorso, un caffè e sono altri 10 centesimi in più, una bibita e se ne vanno almeno altri 10 centesimi in più. Gli aumenti ci sono, nessuno può dire il contrario, e ci sono anche i ritocchini dei fine settimana». A denunciare il caro-spiaggia è Alberto Corraro, responsabile dell’associazione dei consumatori Adiconsum: «A fronte di un periodo di crisi che si ripercuote sulle famiglie», osserva Corraro, «i balneatori dovrebbero tenere i prezzi fermi, senza aumentarli neanche di un centesimo, ma non è così: la verità è che al mare, nell’estate 2012, costa tutto un po’ di più. Le famiglie se ne sono accorte già».

L’allarme dell’Adiconsum è di ieri, nel giorno di un altro grande assalto alla spiaggia, complice l’afa con una temperatura massima di quasi 35 gradi: 93 le auto multate per il parcheggio selvaggio sui marciapiedi della riviera e posti introvabili con le 2 aree dell’ex Enaip e dell’ex Fea – 150 posti gratis, forse, soltanto per ieri – esaurite già prima delle 11.

Prezzi. Corraro, con l’estate cominciata da appena 5 giorni, è già il collettore delle proteste delle famiglie: «Nessuno può dire che i prezzi sono rimasti invariati rispetto all’anno scorso, non è vero», denuncia l’Adiconsum, «i balneatori non possono scaricare sulle famiglie gli affari in calo per colpa della crisi: se sono stati affittati meno ombrelloni e meno clienti si presentano ai bar e ai ristoranti, non si possono aumentare i prezzi e basta. Andando avanti di questo passo», sottolinea Corraro, «si rischia di arrivare allo sciopero della spiaggia: non sarebbe una cattiva idea lasciare la spiaggia vuota per far capire agli imprenditori della sabbia che il mare deve essere a misura delle famiglie con pacchetti mirati come avviene in Emilia Romagna».

Aumenti. L’Adiconsum fa i conti in tasca ai pescaresi: «Se una focaccia costa 10 centesimi in più dell’anno scorso e una mamma porta il suo bambino al mare tutti i giorni, alla fine dell’estate spenderà quasi 10 euro in più soltanto per la pizzetta, senza contare le altre spese. E quando, a luglio e agosto, i parcheggi liberi saranno introvabili anche durante la settimana? Questa mamma dovrà lasciare la sua auto nei parcheggi a pagamento (2,50 euro): un salasso».

Occhi aperti. L’Adiconsum chiede ai consumatori di tenere gli «occhi aperti», soprattutto di sabato e domenica: «Noi li chiamiamo ritocchini dei fine settimana», dice Corraro, «succede quando, per esempio, la frittura di pesce passa tra il venerdì e il sabato, misteriosamente, da 7 a 7,50 euro. È un brutto vizio che colpisce i turisti del week-end: si tratta di aumenti generalizzati che oscillano tra il 3 e il 5 per cento dei prezzi, ma possono arrivare anche fino al 10. Un trucco dei gestori per guadagnare di più». E come ci si può difendere dai rialzi? «C’è poco da fare», risponde Corraro, «il primo passo è non comprare a prezzi troppo alti e il secondo è denunciare alle associazioni come la nostra gli aumenti indiscriminati di tutti i tipi, dai bar alla ristorazione ai servizi igienici a pagamento. Noi siamo pronti a scendere in campo per difendere le famiglie. Noi vogliamo dare un cartellino rosso a chi pratica i rialzi dei prezzi».

Servizi. L’Adiconsum parla dei servizi in spiaggia: «Secondo i dati del ministero dell’Ambiente», dice Corraro, «le acque abruzzesi non sono cristalline e gli accessi al mare sono spesso negati. Di fronte a questi dati ufficiali, aumentare i costi dei servizi è la cosa più sbagliata».

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