Allanno, arrivano i carabinieri allo sciopero della Kimberly

Forze dell’ordine all’ingresso dello stabilimento per garantire l’accesso a chi non vuole partecipare al corteo. Presto una manifestazione a Pescara

ALANNO. E' stata una giornata impegnativa per gli operai della Kimberly Clark nel condurre la seconda seduta di sciopero organizzata per “scongelare” il comportamento dell'azienda, accusata di negare le informazioni sulle trattative di vendita dello stabilimento alannese. Oltre al presidio davanti ai cancelli, hanno dovuto organizzare anche un’assemblea generale che si è svolta nel cinema comunale nel centro storico con la partecipazione delle rappresentanze sindacali confederali e della Rsu aziendale. Alle prime ore del mattino, quando le bandiere erano già state esposte e i capannelli dei lavoratori erano diventati numerosi all'entrata dello stabilimento, sono intervenuti anche i carabinieri (foto) solo per assicurare l'entrata a chi non ha voluto partecipare allo sciopero. Una presenza, quella delle forze dell'ordine, che ha testimoniato la correttezza dello svolgimento dello sciopero. Alle 10 ci si è trasferiti in massa in paese, che dista qualche chilometro dalla fabbrica, per aprire il programmato incontro sindacale. Le maestranze hanno ribadito la linea di comportamento assunta dall'ottobre scorso e mantenuta fino a oggi: quella dell'attesa e del rispetto della privacy della trattativa di vendita che la stessa azienda aveva chiesto, questo per non interferire nel difficile compito dell’individuazione di un possibile acquirente che fosse anche in grado di riconvertire i processi produttivi e continuare a garantire lavoro e occupazione ai 174 lavoratori oggi in forse nello stabilimento alannese. La vendita di Alanno fa parte del resto di una precisa strategia commerciale della multinazionale statunitense che vuole riassestare le sue produzioni a livello europeo. Ma l'attesa si è oggi prolungata troppo e i lavoratori sono entrati in allarme quando hanno scoperto sul sito aziendale la volontà di chiudere la fabbrica con un preciso piano di dismissione degli impianti. Perdurando il comportamento aziendale di passare insufficienti informazioni circa le scelte e le negoziazioni in atto, se ci sono, lavoratori e sindacati si sono dati un programma da attuare con fasi crescenti: una manifestazione a breve termine davanti alla prefettura a Pescara che dovrà essere propedeutica alla seconda fase, arrivare a un tavolo di incontro con l'azienda al ministero per lo Sviluppo economico a Roma per mettere finalmente le carte in chiaro. Le maestranze Kimberly vogliono evitare sorprese, la più grave delle quali potrebbe essere quella di apprendere improvvisamente la decisione della chiusura, circostanza ribadita nell'incontro di ieri. Ai lavori hanno partecipato il sindaco Vincenzo De Melis, il consigliere provinciale Enisio Tocco e il neo sindaco di Bussi sul Tirino Salvatore Lagatta.

Walter Teti

©RIPRODUZIONE RISERVATA