Allarme prestiti, imprese a rischio

Casartigiani: la Regione ha dimezzato ai Confidi i fondi taglia-interessi

PESCARA. Allarme prestiti per migliaia di imprese della provincia di Pescara che si sono affidate ai Confidi: i consorzi di garanzia, a cui aderisce il 68% delle aziende, rischiano di non riuscire più a far fronte ai loro impegni a causa del taglio dei fondi regionali.

«L'atteggiamento della giunta Chiodi, attraverso l'assessorato allo Sviluppo è vergognoso e non ha precedenti» accusa Dino Lucente, direttore di Casartigiani, che attualmente ha circa 350 prestiti in corso. «Oggi a noi mancano circa 7 milioni di euro, soldi con cui non pagavamo le strutture, ma l'abbattimento del tasso di interesse per i crediti alle imprese, soldi che prendevamo e mandavamo in banca: questi fondi ci sono stati tolti improvvisamente, senza alcuna avvisaglia, mentre noi abbiamo esposizioni con le banche fino a 84 mesi, una cosa assurda.

Devono fare retromarcia: in caso contrario, se sarà necessario, siamo pronti anche ad andare in giudizio».  Per Lucente, la decisione della Regione mette in ginocchio l'intero sistema dei Confidi, che rappresenta «un vero e proprio cordone sanitario che ha protetto le micro-imprese e le piccole e medie imprese in difficoltà, garantendo l'accesso al credito e un salvagente per affrontare i ritardi nei pagamenti, una fiscalità eccessiva e gli ordini in netto calo».

In provincia di Pescara i Confidi sono quindici su 62 presenti in regione: complessivamente quindi, nel Pescarese, vengono garantiti oggi di fronte agli istituti bancari migliaia di prestiti, assicurando un abbattimento del tasso di interesse di circa 2 punti percentuali rispetto al 4,16 per cento praticato dalle banche.  «Adesso in Abruzzo è stato cancellato il 55 per cento dei fondi di bilancio destinati ai Confidi dell'artigianato e del commercio, un taglio che non era stato annunciato e immediatamente operativo che rende impossibile ai consorzi andare avanti».

Questo, accusa Lucente, mentre la Regione mette in campo una serie di iniziative «offrendo sulla carta disponibilità di fondi per consolidare i debiti, avvio in start up, micro-credito»: a queste iniziative, secondo Casartigiani, le banche stanno «voltando le spalle, rispondendo che se un'azienda ha quattro debiti in quattro banche diverse, perché una sola banca dovrebbe consolidarli accollandosi le responsabilità che l'impresa ha sulle quattro posizioni esterne debitorie?».

Al contrario, spiega Lucente, oggi sono gli stessi Confidi a consolidare i debiti dell'impresa, per poi chiedere il prestito bancario. «E le banche si sentono garantite, perché i Confidi assicurano del 50 per cento del capitale in caso di insolvenza: per questo tutte le pratiche proposte vengono accettate». Di qui la richiesta: «La giunta regionale deve reintegrare i fondi per le strutture del territorio, senza chiedere più gli aggravi Irap che hanno pesato sulle imprese abruzzesi per l'1 per cento in più rispetto alle imprese presenti in Italia solo a causa della sanità». (m.r.t.)

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