Francesco, da dializzato a medico. E la tesi di laurea è in Nefrologia

Il traguardo dopo aver scoperto la malattia appena maggiorenne e aver effettuato il trapianto di rene: «Ora ho un sogno: vorrei restare a lavorare in Abruzzo»
PESCARA. Da paziente dializzato a laureato in Medicina con la tesi proprio in Nefrologia. È la parabola di vita di Francesco Cipollone, 31 anni, di Francavilla, diventato dottore dopo che è stato paziente e ha conosciuto il dramma della dialisi appena divenuto maggiorenne e a poche settimane dall'esame di maturità. A 18 anni ti crolla il mondo se ricevi una diagnosi di insufficienza renale e la prospettiva di un trapianto, ma Francesco non molla, non si abbatte e affronta tutto con l'aiuto di papà Giuseppe, mamma Anna Paola e il fratello Paolo, 28 anni, che non lo lasciano mai solo.
La felicità nei loro occhi sta tutta nel quadretto di famiglia dove lo studente, alloro in testa e fresca laurea in mano, si appresta a festeggiare l'incredibile traguardo raggiunto il 16 aprile scorso nel campus dell'università di Chieti: una laurea in Medicina con la tesi “La Proteomica nel trapianto renale” discussa con il professor Marco Bonomini, direttore della Clinica nefrologica a Chieti.
Francesco, che all'inizio degli studi aveva scelto Farmacia prima di passare a Medicina, nel frattempo continua a presiedere l'associazione Fintred (Federazione italiana nefropatici, trapianti e dializzati) e oggi è felice. Il passato è alle spalle: «Ho ricevuto la diagnosi di insufficienza renale a 18 anni, frequentavo il liceo classico, facevo tanto sport, calcio, corsa, mi sentivo sempre stanco». La vita cambia e all'improvviso si ritrova seduto sulle poltroncine dell'ospedale, nel reparto diretto all'epoca da Antonio Ciofani.
Il ricambio del sangue tre volte a settimana. Durante quelle ore «studiavo, leggevo, chiacchieravo, guardavo film» e aspettava il trapianto di rene. La notizia dopo due anni di attesa. «Quando è arrivata dall'Aquila, in tarda serata dopo le 21, è stata una bellissima sorpresa, il primo pensiero è stato al futuro senza dialisi», racconta il neo dottore. L'intervento il 4 aprile 2013 nell'ospedale San Salvatore dell'Aquila effettuato dall'equipe del chirurgo Francesco Pisani. «Il trapianto rivoluziona la vita, ti restituisce la vita», dice, «ho sempre avuto molta speranza e fiducia nel sistema sanitario nazionale che è una eccellenza, come quello abruzzese».
Per queste ragioni il neo dottor Cipollone vuole «restare a lavorare in Italia», non ha smanie esterofile per iniziare la carriera. E grazie alla sua associazione non smette di sensibilizzare sulla donazione «che si può fare anche da vivente, il tempo medio di attesa per un organo è di tre anni». Quindi l'appello ai giovani «che troppo spesso sottovalutano il problema, negli ultimi 30 anni l'incidenza renale cronica ha raggiunto il 90 % a livello globale, tra le cause maggiori, l'ipertensione e diabete». Ma non tutti sanno che «un anno di dialisi costa tantissimo al sistema sanitario».
Tanti sono stati gli appuntamenti che gli hanno permesso, insieme agli iscritti (un centinaio), di far conoscere le problematiche: un corso per donatori a Francavilla nel 2017, un concerto nell'ospedale di Pescara nel 2019, più di recente un concerto all'Aurum con l'orchestra sociale abruzzese guidato dal maestro Manfredo Di Crescenzo, incontri nell'istituto Mecenate in collaborazione con il Centro regionale trapianti Abruzzo e Molise. E in estate un nuovo concerto abbinato ad una nuova campagna informativa sulla donazione degli organi che lancerà dalla pagina Facebook Fintred Pescara. Da paziente a medico con un sogno nel cassetto: «Vorrei lavorare in Abruzzo dove la sanità è eccellente».
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