8 luglio

Oggi, ma nel 1912, a Misurata, in Libia, nel contesto della guerra italo-turca, dopo dieci ore di combattimenti, le truppe italiane, agli ordini del colonnello Ottavio Ragni, richiamato in servizio proprio per le operazioni sulla quarta sponda, prendevano militarmente Misurata, avamposto strategico all’imbocco del Golfo della Sirte. La conquista dell’ultimo porto ottomano (nella foto, particolare, ufficiali italiani accanto al grande proiettore posizionato per rischiarare la zona nord dell'imbarco merci) aveva richiesto l’intervento armato, cominciato il 16 giugno precedente, che era stato programmato già dal dicembre 1911. All’operazione per far sventolare il tricolore con la croce sabauda su Misurata, che costava al nemico la perdita di mille armati contro le 135 vittime italiche, prendevano parte sette battaglioni di fanteria del 50°, del 63° e del 40° reggimento, i battaglioni alpini “Verona” e “Mondovì”, il V battaglione eritreo, uno squadrone di cavalleggeri di Lucca, tre batterie da montagna, una batteria da campagna. Misurata verrà abbandonata dai rappresentanti di Roma a metà agosto 1915: dopo la ribellione del circondario e l’attacco subito il 12 maggio di quell’anno che costerà la vita a 5 ufficiali e 11 soldati italiani. Giuseppe Volpi, controverso eppur brillante notabile, non a caso futuro conte di Misurata, come plenipotenziario del presidente del Consiglio dei ministri del regno d’Italia Giovanni Giolitti riuscirà a portare a termine con il principe Said Alim Pasha, in rappresentanza della Sublime porta, il trattato di Ouchy. Pace che prenderà il nome dal borgo elvetico a ridosso di Losanna e che verrà stipulata il 18 ottobre 1912. Volpi otterrà il controllo effettivo della Tripolitania e della Cirenaica sostanzialmente senza umiliare troppo la controparte. Infatti assicurerà al sultano il mantenimento dell’autorità religiosa sulla popolazione musulmana e non costringerà la Turchia a riconoscere la sovranità italiana. Semplicemente avrà la dichiarazione d’indipendenza per quei territori che prima erano di proprietà degli ottomani. Governatore della Tripolitania sarà proprio il già menzionato Ragni, fino al 2 giugno 1913. La non sempre limpida vicenda umana e politica di Volpi di Misurata, a cominciare dall’intrapresa della Sade, sarà raccontata, tra l'altro, nel volume intitolato “L’ultimo doge”, di Fabrizio Sarazani, per le edizioni milanesi del Borghese, pubblicato nel 1972.