Andrea morto nella cella frigorifera, parla il legale della compagna: «No al circo mediatico»

«La mia assistita si trova oggi ingiustamente coinvolta. Le accuse sono fondate su illazioni e ricostruzioni non verificate», ha dichiarato l’avvocato Paola Cecchi, difensore della convivente di Andrea Costantini accusata dai genitori dell’uomo
TERMOLI. «La mia assistita si trova oggi ingiustamente coinvolta in un vero e proprio circo mediatico, fondato su illazioni e ricostruzioni non verificate, che stanno gravemente ledendo la sua immagine, la sua dignità personale e la sua reputazione». Lo dichiara l'avvocata Paola Cecchi, difensore di fiducia della convivente di Andrea Costantini, l'uomo di 38 anni originario di Penne, trovato cadavere nella cella frigorifera di un supermercato di Termoli. Domani in Tribunale a Larino si terrà il conferimento dell'incarico ai Consulenti tecnici (Ctu) per l'esame autoptico dopo la richiesta della Procura di procedere con la riesumazione del cadavere e l'autopsia. Inizialmente, la morte di Costantini era stata considerata un suicidio ma un esposto della famiglia che non crede assolutamente al gesto di autolesionismo, ha determinato un approfondimento delle indagini.
«Tale esposizione mediatica risulta ancor più inaccettabile in quanto rischia di compromettere non solo la posizione e la serenità della mia assistita - prosegue il legale -, ma anche quella del figlio minore, che deve essere tutelato da ogni indebita strumentalizzazione e da narrazioni pubbliche non aderenti alla realtà dei fatti. Invito, pertanto, a mantenere rigore, prudenza e senso di responsabilità, su questa triste vicenda, evitando di trasformare ipotesi e dichiarazioni di parte in fatti accertati e di proiettare su una persona estranea a qualsivoglia accertamento accuse di estrema gravità. La mia assistita confida nel lavoro dell'autorità giudiziaria e resta a completa disposizione degli inquirenti per ogni chiarimento». L'avvocata Cecchi, in particolare, smentisce «ipotetici maltrattamenti in ambito familiare. Tali affermazioni risultano del tutto prive di riscontri oggettivi: non esistono referti medici, certificazioni sanitarie né altri elementi documentali che possano anche solo indirettamente corroborare la tesi di condotte maltrattanti ascrivibili alla mia assistita. È invece vero che Andrea Costantini condivideva con la compagna alcune preoccupazioni personali: egli manifestava l'intenzione di vendere un terreno, come già detto, perché molto preoccupato, cercando di giustificare questa preoccupazione riferendo il timore di aver effettuato un investimento sbagliato. Non ha mai indicato la mia assistita come l'origine specifica di tale preoccupazione».

