Annegati nell’Orta, verso l’intesa per il risarcimento ai figli minori 

Coniugi di Scerni morti nel fiume, Comune di Caramanico e Parco Maiella sono responsabili civili Accusati di omicidio colposo il sindaco Angelucci e il direttore dell’Ente Di Nino, udienza a febbraio

PESCARA. Si va verso un accordo risarcitorio nel procedimento in corso per la morte dei coniugi Paride Pirocchi (per tutti Giuseppe) e Silvia D'Ercole, originari di Scerni, che il primo maggio del 2017 persero la vita annegando dopo essere scivolati nel fiume Orta, davanti ai loro figli che all'epoca avevano 8 e 5 anni.
L'inchiesta aveva subito escluso la fatalità dell'accaduto, evidenziando, dati alla mano, che quella tragedia poteva essere evitata, e così finirono sotto accusa il sindaco di Caramanico e il direttore del Parco. Ieri, era in programma l'udienza preliminare davanti al gup Nicola Colantonio.
Il passaggio prevedeva, come si è verificato, la costituzione dei responsabili civili chiamati in causa dalle parti civili. Gli avvocati Giuliano Milia, Arnaldo e Francesco Tascione, che rappresentano le parti civili costituite, avevano chiesto e ottenuto la chiamata in causa del Comune di Caramanico (rappresentato dall'avvocato Vincenzo Di Girolamo) e dell'Ente Parco (assistito dall'avvocato Augusto La Morgia). Per questa assurda tragedia, la procura di Pescara aveva chiesto il rinvio a giudizio, con l'accusa di omicidio colposo, per il sindaco di Caramanico, Simone Angelucci (difeso da Giacomo Nicolucci), e per il direttore del Parco della Maiella, Oremo Di Nino (assistito da Alessandro Margiotta). Ma l'udienza di ieri si è chiusa con un rinvio al 12 febbraio prossimo per consentire alle parti interessate di trovare un accordo economico: un risarcimento danni da liquidare alle parti civili. Una decisione presa in maniera unanime vista anche la particolare situazione e soprattutto il fatto che i due figli della coppia deceduta, oltre al dramma vissuto che rimarrà un segno indelebile nella loro mente, sono rimasti senza genitori a un'età neppure adolescenziale.
E quindi, consapevoli di questa tragedia familiare, tutti i legali hanno mostrato estrema sensibilità e la disponibilità a trovare un accordo. Le compagnie di assicurazione del Comune di Caramanico e dell'Ente Parco, dovranno presentare alle parti civili una soluzione economica adeguata. Se si riuscirà nell'intento, le parti civili usciranno dal processo e il procedimento andrà avanti per i due imputati per l'accusa di omicidio colposo.
A questo punto, però, per i due si aprirà la strada per un eventuale rito alternativo che dovrebbe discutersi sempre davanti al gup Colantonio e permettere di definire il processo già alla prossima udienza di febbraio. I legali di parte civile avevano evidenziato le conclusioni peritali dell'ingegnere Lino Prezioso che aveva effettuato una consulenza lungo il percorso incriminato, mettendo in rilievo la mancanza di una cartellonistica adeguata in un luogo pieno di rischi e pericoli per i visitatori e non solo. D'altronde nel capo di imputazione la procura aveva contestato ai due imputati l'omicidio colposo, chiamando in causa Di Nino e Angelucci che, per quanto di rispettiva competenza, avrebbero dovuto far segnalare ogni possibile pericolo in quella zona peraltro molto battuta dai turisti. Fu la donna a scivolare per prima in acqua e il marito, nel tentativo di salvarla, finì per annegare anche lui davanti agli occhi dei figli. Secondo l'accusa, i 2 imputati avrebbero «omesso di adottare le misure idonee a garantire la fruizione, in condizioni di sicurezza, dei sentieri e della zona denominata Marmitte dei Giganti (note anche come rapide di Santa Lucia e poste all'interno del Parco), secondo le indicazioni contenute nel piano fruizione del Parco nazionale della Maiella che prescriveva, tra le azioni da compiere a tutela della incolumità pubblica, la sistemazione dei tratti di sentieri segnalati per migliorare le condizioni funzionali e di sicurezza della rete, la progettazione di specifica segnaletica per l'intera rete del Parco, indicativa e illustrativa». Accorgimenti di sicurezza non presenti che trasformarono quella che doveva essere una tranquilla gita in una tragedia familiare.