Il direttore generale della Asl Vincenzo Ciamponi e il presidente Marco Marsilio

INCHIESTA

Appalti sanità, scontro Marsilio-magistrati: "Dal governatore frasi inaccettabili"

Dura replica della giunta Anm regionale dopo le parole del presidente della Regione che aveva definito un errore il rinvio a giudizio di Ciamponi: "Così delegittima il nostro lavoro"

Duro scontro tra il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e la Anm regionale: il governatore in una nota aveva espresso la sua vicinanza al dg della Asl Pescara Vincenzo Ciamponi, rinviato a giudizio nell'ambito di una inchiesta su appalti truccati, caratterizzati dalla tragica scomparsa del principale imputato, lo psichiatra Tino Trotta, suicidatosi in carcere dopo l'arresto. "Sono convinto dell'innocenza di Vincenzo Ciamponi e gli rinnovo la fiducia, e lo invito a rimanere sereno", aveva detto Marsilio. "Con lo stesso rispetto mi permetto di dire oggi che questa rinvio a giudizio è un errore", aveva poi proseguito, parlando della vicenda Trotta, i denari e l'uso che il medico ne faceva, delle dinamiche degli appalti e delle presunte accuse al dg.

leggi anche: Vincenzo Ciamponi e Marco Marsilio Marsilio: "Sbagliato rinviare a giudizio Ciamponi. E sul primario Trotta dico che..." Il presidente della Regione prende posizione sul dirigente Asl coinvolto nell'inchiesta per corruzione: è una vittima innocente, nel tentativo di dimostrare un'improbabile corruzione si rinuncia a perseguire almeno due corrotti sicuri

I magistrati abruzzesi hanno subito risposto a Marsilio spiegando che "la giunta esecutiva Anm dell'Aquila evidenzia come non siano accettabili, pur nella libertà di critica, le affermazioni ivi contenute, che gettano discredito non solo sui magistrati impegnati nella trattazione del procedimento penale ma sull'intero ordine giudiziario e, provenendo da un autorevole esponente politico, sono capaci di ingenerare disorientamento nell'opinione pubblica, minando la fiducia dei cittadini nell'Istituzione giudiziaria".

"Le parole del Presidente della Regione Abruzzo, pronunciate all'indomani della notizia del rinvio a giudizio disposto dal Tribunale di Pescara nei confronti del direttore generale della Asl Vincenzo Campioni nell'ambito della vicenda degli appalti sanità, travalicano i limiti della legittima critica e mirano a delegittimare, agli occhi dell'opinione pubblica, i magistrati che si occupano del processo", ha proseguito l'Anm.

"I pubblici ministeri, adempiendo ai loro doveri e all’esito di complesse indagini, hanno formulato un’ipotesi di accusa che dovrà essere vagliata nel dibattimento, all’interno del processo e nel rispetto delle garanzie difensive. Non è tollerabile l’azione di screditamento di un processo in corso di svolgimento altresì paventandosi “errori giudiziari” e difetti investigativi, specie quando essa viene esercitata, attraverso gli organi di stampa, da chi riveste importanti incarichi istituzionali. Destano forte perplessità e sgomento, inoltre, i toni e le certezze manifestate, attraverso giudizi apodittici e di valore morale, dal presidente della Regione, con specifico riferimento ad alcune persone già coinvolte nel procedimento, una delle quali peraltro non più in condizioni di difendersi per effetto del tragico epilogo della sua esistenza, nell’ambito di un processo nel quale, peraltro, la stessa Asl si è costituita parte civile".

Uno dei punti polemici di Marsilio è la presunta destinazione della tangente per Ciamponi, l'acquisto di una auto: "ho più volte suggerito a Ciamponi di portare quel catorcio che ha comprato per il figlio e di parcheggiarlo in  piazza Salotto per esporlo al pubblico. Basterebbe vederlo per capire che se quello fosse davvero il prezzo di una corruzione per un appalto di parecchi milioni, Ciamponi più che la galera meriterebbe il manicomio", ha detto.

Severa la risposta dei giudici: "Stride, l'invito", perchè "piazza Salotto... notoriamente ha ospitato in passato i resti dell'autovettura sulla quale viaggiavano le vittime della strage di Capaci". 

Poche ore dopo è arrivata la controreplica di Marsilio: "Io non delegittimo nessuno, tant'è vero che mi affido al giudizio della magistratura stessa, nutrendo la certezza che saprà far emergere la verità dei fatti. E ho manifestato in tempi e occasioni 'non sospetti' la stima, la considerazione e la piena collaborazione con le procure e i tribunali abruzzesi. E con la stessa Anm, che in Regione Abruzzo ha trovato e continuerà a trovare porte aperte. Aggiungo che sono grato alla procura di Pescara per l'importante contributo che sta dando nello scoperchiare pratiche illecite odiose e intollerabili. Rivendico il diritto di esprimere il mio giudizio senza che questo debba essere trasformato in un conflitto istituzionale, che non esiste ed è oggettivamente esagerato evocare. Nessun ruolo e nessun ufficio è insindacabile".