Appalto d’oro, Tua batte Di Properzio 

Il braccio di ferro sulla fornitura di 19 milioni di litri di gasolio, per i giudici la gara poteva essere annullata e rifatta

PESCARA. Basta un nulla per mandare all’aria anche una gara d’appalto da 20 milioni di euro. «La non chiarezza del bando ne determina l'illegittimità» e «giustifica l’annullamento». Così scrivono i giudici del Tribunale amministrativo di Pescara giustificando l'annullamento e la ripetizione di una gara milionaria già vinta da una delle più note società abruzzese, la Di Properzio Commerciale, un marchio nella fornitura di carburanti, che si è vista respingere il suo ricorso contro la Tua spa e la BP Energia, l’impresa che si è poi aggiudicata l'appalto ripetuto.
La Di Properzio chiedeva di annullare il nuovo bando di gara pubblicato il 10 luglio del 2019 con il quale la Tua ha riproposto «la procedura aperta per l'esecuzione della fornitura di gasolio per autotrazione», per un valore totale stimato di 19,5 milioni di euro, la durata di 18 mesi e una quantità di carburante pari alla bellezza di 19 milioni di litri.
Il 21 ottobre scorso la stazione appaltante, la Tua, dopo l’annullamento della prima gara, aggiudica la fornitura alla BP Energia srl, la cui offerta era stata di 19 milioni e 234mila euro. I fatti quindi sono recentissimi e si riferiscono all'attuale gestione amministrativa della Tua che il governo regionale di centrodestra ha affidato al leghista Gianfranco Giuliante. Sono fatti così recenti che la camera di consiglio si è svolta al Tar di Pescara il 10 gennaio scorso.
Il giudice relatore era Massimiliano Balloriani, gli avvocati Giulio Cerceo e Nicola Spinaci assistevano la Di Properzio, Luigi Di Massa difendeva la Tua mentre gli avvocati Pietro Maria Di Giovanni, Filippo Brunetti ed Elio Leonetti, assistevano l'impresa aggiudicataria dell’appalto bis. Ma facciamo un passo indietro.
La gara di luglio era, come si diceva, la ripetizione di quella precedente dove era risultata prima in graduatoria proprio la società pescarese Di Properzio. Ma successivamente la Tua aveva comunicato di aver deciso di indire una nuova gara per la stessa fornitura avendo «rilevato che l'indicazione delle modalità per l'offerta del prezzo a base d'asta poteva prestarsi a equivoche interpretazioni». Di fronte a questo improvviso capovolgimento dell’esito, però, la Di Properzio, che era anche fornitrice uscente, si è rivolta alla giustizia amministrativa lamentando, in estrema sintesi, il fatto che: «L'unico effetto (della gara ripetuta, ndr) sarebbe stato in concreto quello di consentire alla controinteressata di avere una nuova chance di presentare un'offerta migliore». Ma, senza entrare nei cavilli della sentenza, il Tar ha respinto il ricorso d’oro basando la propria decisione sulla frase riportata all'inizio dell’articolo, e cioè che la non chiarezza di un bando ne può determinare l'illegittimità e quindi l'annullamento, in fase di autotutela. Una chiarezza che invece era presente nel disciplinare della nuova gara. Sono bastate queste poche righe per decidere chi fornirà alla Tua milioni di litri di carburante, un fiume di gasolio, per i propri mezzi.
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