Arcigay boccia M5s: insensibile ai nostri diritti

21 Maggio 2014

L’associazione stila le pagelle dei candidati a regionali ed europee più vicini alle tematiche “Lgbt”

PESCARA. Il coordinamento dei circoli Arcigay d’Abruzzo fa i nomi di tutti quei candidati che hanno scelto di sottoscrivere nelle quattro province il documento a sostegno dalla comunità LGBT. Nella provincia di L’Aquila l’unica candidata a voler appoggiare le lotte di Arcigay nel futuro Consiglio Regionale è stata Simona Giannangeli (Un’Altra Regione Con Acerbo), avvocata nonché già attivista per il Centro Antiviolenza Donne del capoluogo.

Nella provincia di Teramo ha sottoscritto il documento la professoressa di Sociologia Consuelo Diodati (Un’Altra Regione Con Acerbo). Nella stessa provincia Arcigay segnala Antonio Perilli (Un’Altra Regione Con Acerbo) e Gabriella Liberatore (Abruzzo Civico).

Nella provincia di Chieti «il nostro appoggio incondizionato» va ai candidati di “Un’Altra Regione Con Acerbo”: gli avvocati Enrico Raimondi e Giovanni Scarsi «per dimostrazione di vicinanza, impegno, professionalità e chiarezza di intenti».

Sempre su Chieti con Acerbo ha scelto di appoggiarci Andrea Rosario Natale. Corrono invece con Sel e sottoscrivono l’impegno pubblicamente nella stessa provincia Alessandro Cianci e Virginia Marrone assieme a Salvatore Di Cesare.

Infine nella provincia di Pescara «per fiducia e manifestazioni di supporto avvenute già in passato, il nostro candidato e sostenitore è Giovanni Di Iacovo (Sel)». «Seguono ovviamente l’appoggio incondizionato del Candidato Presidente Maurizio Acerbo con la sua lista oltre a Bruno Santori, Roberto Di Renzo e Lara Cacciagrano con Abruzzo Civico».

Per le elezioni uuropee la candidata per l’Abruzzo fortemente appoggiata da Arcigay è la professoressa aquilana Annalucia Bonanni. Arcigay si dice invece «offeso fortemente» dalla «mancanza di interesse del Partito Democratico su un tema che storicamente lo vedeva protagonista», mentre «suscita ancora indignazione il comportamento del Movimento 5 stelle, che ha visto Sara Marcozzi svincolarsi dalle nostre richieste di diritti facendosi scudo con i suoi attivisti, i quali ispirandosi ad una non meglio chiara idea di “democrazia”, avrebbero bocciato le richieste Arcigay, probabilmente per non destabilizzare troppo la sensibilità dei grillini e nonostante la maggioranza dei componenti del gruppo fosse a favore».