Attrice pescarese nel film “Salvo” premiato a Cannes

PESCARA. "Salvo", opera prima di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, è il suo primo film da protagonista, la pellicola ha vinto due giorni fa il premio della Settimana della Critica e il Prix Rèvèlation al 66ª edizione del Festival di Cannes, così il suo nome ha già fatto il giro del mondo. Sara Serraiocco, attrice e insegnante di danza pescarese, a soli 23 anni ha raggiunto da esordiente un traguardo ambitissimo dalla maggior parte dei professionisti. La Serraiocco nel film interpreta Rita, sorella cieca di un mafioso ucciso dal killer Salvo (l'attore palestinese Saleh Bakri), la ragazza, dopo questo evento luttuoso, sarà protagonista di un vero e proprio miracolo, grazie al quale tornerà improvvisamente a vedere. Il ritorno della vista non sarà soltanto un accadimento inspiegabile, ma una sorta di liberazione ed evoluzione per entrambi i personaggi, da quel momento i due vivranno isolati in un magazzino abbandonato, la nuova situazione li renderà consapevoli del bisogno di una vita diversa, più libera. Nel cast c'é anche l'attore siciliano Luigi Lo Cascio, nel ruolo di Puleo, che, nel 2012, ha esordito come regista con "La città ideale", film presentato alla 69ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

«Sono nata a Pescara, ma ho vissuto a Francavilla al Mare sin da piccola, della mia città mi mancano il mare e le giornate trascorse a passeggiare lungo la riviera sotto il sole», racconta Sara Serraiocco al quotidiano "Il Centro", «da piccola in me è nata la passione per la danza e per anni ho seguito i corsi della "New Step", così, da subito, ho cominciato a partecipare agli spettacoli musicali che questa scuola organizzava di anno in anno. In seguito mi sono trasferita a Roma, dove ho iniziato io stessa a insegnare danza, poi ho fatto la selezione per entrare al Centro Sperimentale di Cinematografia e mi hanno presa, attualmente frequento il primo anno».

Com'é arrivato "Salvo"?

«I registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza cercavano da tempo una giovane attrice per il loro film, per farle interpretare il ruolo della ragazza non vedente, dopo una serie di casting, ben quattro, la loro scelta è caduta su di me».

Come ha affrontato un ruolo tanto impegnativo dal punto di vista fisico e psicologico?

«La costruzione del personaggio è durata a lungo, ho avuto modo di conoscere ragazze non vedenti, di vivere con loro e fare esperienza, con alcune ho anche stretto una meravigliosa amicizia. Il nostro rapporto è stato alla pari, senza pietismi o moralismi, ho imparato tanto. Nel film si parla di cecità fisica, ma anche interiore, riacquistare la vista è la liberazione e l'evoluzione del mio personaggio e del protagonista. Mi sono messa subito nelle mani dei registi che mi hanno aiutata tanto».

Lei per la prima volta sugli schermi, loro alle prese con un'opera prima. Quale sentimento vi ha legato?

«L'emozione della prima volta, appunto. Ognuno di noi ha contribuito tantissimo al film, tutto il cast lo ha fatto, dal primo all'ultimo, si è creato un rapporto bellissimo con tutti, senza gerarchie».

E con Luigi Lo Cascio?

«Mi sono trovata davvero bene, ho ammirato la sua meticolosità, la precisione, è una di quelle persone che svolge veramente bene questo lavoro, lo ritengo uno dei migliori attori italiani».

E la sua prova come attrice? Ha timore del giudizio del pubblico?

«Se fai questo lavoro sai di essere costantemente sotto il giudizio degli altri, il mestiere dell'attore è un mettersi in gioco continuo, i giudizi negativi possono far crescere. Io ho fatto molti altri provini, quindi sono abituata anche alle risposte negative».

Adesso in che direzione andrà?

«Per ora continuerò a studiare, a coltivare la mia passione per la danza, per la psicanalisi, frequenterò eventi, mostre... Approfondirò tutto ciò che è necessario per il mio lavoro».

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