Il maresciallo Camillo Borzacchiello con un collaboratore e le infermiere del reparto di Pediatria

PESCARA

Bambino beve un insetticida: salvato 

Il piccolo di 5 anni era in gravi condizioni, decisivo l’intervento dei farmacisti dell’ospedale e dell’équipe di Pediatria

PESCARA. Un bambino di cinque anni, rimasto intossicato dopo aver bevuto accidentalmente una soluzione liquida di rame, è stato salvato dai farmacisti dell'ospedale di Pescara con un medicinale, il D-Penicillamina, fatto arrivare direttamente dallo stabilimento chimico farmaceutico di Firenze il 1° maggio, giorno della festa nazionale del lavoro.
Il piccolo, originario di Lanciano, era stato ricoverato d'urgenza nel reparto di Pediatria dell'ospedale pescarese mercoledì 29 aprile, dopo aver ingerito, forse sfuggendo al controllo dei genitori, un prodotto tossico a base di rame, normalmente usato come fungicida in agricoltura.
CONDIZIONI CRITICHE Le sue condizioni sono apparse inizialmente critiche. Tempestivo l'intervento dei sanitari e dei farmacisti dell'ospedale, coordinati da Alberto Costantini, segretario della Società italiana dei Farmacisti ospedalieri (Sifo) e direttore della farmacia Asl di Pescara, che ha attivato un protocollo in tempi da record in collaborazione con l'unità produttiva dell'Agenzia Industria Difesa dello stabilimento chimico fiorentino, il Bambin Gesù di Roma che ha erogato una prima parte della terapia farmacologica e la Pediatria di Pescara, diretta da Rita Greco, responsabile facente funzioni. Il farmaco che ha salvato la vita del bimbo, il D-Penicillamina, somministrato in compresse e nelle dosi prescritte per il trattamento specifico, è stato trasportato in città dai militari della Difesa, il maresciallo Camillo Borzacchiello e il colonnello Flavio Paoli, che si sono precipitati in auto da Firenze nel giorno della festa del lavoro per aiutare il piccolo paziente in difficoltà. Un intervento salvavita effettuato in poche ore, in piena emergenza coronavirus.
LE FARMACISTE «La sinergia tra strutture pubbliche e l'unica industria farmaceutica dello Stato», evidenzia il direttore Costantini, che si è avvalso del «prezioso aiuto» delle farmaciste Serena Corridoni, Paola Sorice e Laura Armillei, «rappresenta uno dei cardini fondamentali del nostro servizio sanitario nella garanzia del diritto alla terapia».
Entra nei dettagli, il direttore della Farmacia: «Le prime compresse sono state ottenute grazie a una ricerca con i colleghi della rete italiana che hanno avuto la disponibilità dall'ospedale Bambin Gesù di Roma, che ha fornito una prima parte della terapia». Dall'istituto di Firenze, che ha messo a disposizione la seconda porzione terapeutica, «è partita una staffetta con personale militare diretta all'ospedale civile di Pescara dove al reparto di Pediatria sono stati consegnati confezioni del farmaco D-Penicillamina, uno dei cinque cosiddetti farmaci "orfani" prodotti dallo stabilimento per curare le malattie rare».
L’ISTITUTO MILITARE Costantini spiega l'importanza del farmaco utilizzato per smaltire i "veleni" dell'anticrittogamico nell'organismo del bambino lancianese ricoverato a Pescara: «E' stato utile per combattere questo tipo di intossicazione che ha colpito il bimbo e servirà a poter garantire la continuità terapeutica iniziata in emergenza» nel reparto pediatrico.
Costantini sottolinea «lo spirito di servizio e la collaborazione dei militari Flavio Paoli e Camillo Borzacchiello che anche in un giorno di festa si sono mobilitati per non far mancare speranza e sorrisi» a una famiglia disperata in una situazione del genere, «confermando il forte legame ventennale tra la Farmacia pescarese e l'istituto militare di Firenze» nel quale Costantini ha avviato la sua carriera anni addietro.
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