pescara

Barcone di Eriberto: Cardano di Alcyone paga la riparazione

Anita Mastromattei, figlia del balneatore: no all’intervento dell’Accademia Belle arti, se si sposta il galeone cade a pezzi

PESCARA. «Ristrutturarla sì, ma va fatto in loco, la barca non va spostata, cadrebbe a pezzi, sarebbe la sua fine».

Anita Mastromattei, la secondogenita di Eriberto che nel 1997 piazzò la barca sull’aiuola di fronte al Jambo, trasformandola in un’attrazione cittadina, ringrazia quanti si stanno spendendo dopo l’ordinanza del sindaco che ne pretende la manutenzione o la demolizione per motivi di sicurezza.

Ma adesso che le possibilità ci sono, anche dopo la campagna #Eribertononsitocca lanciato dalla pagina Facebook di Luca Teseo e che nel giro di pochi giorni ha coinvolto circa 20mila persone tra visualizzazioni e condivisioni, Anita Mastromattei chiede all’amministrazione comunale di studiare bene le modalità dell’intervento.

«È un momento importante, perché stanno rispondendo tanti amici, anche da bar e palestre in cui sono già state avviate delle collette, e soprattutto perché c’è un imprenditore che si è messo in prima fila per sponsorizzare questo recupero. È Luca Cardano, il titolare dell’Alcyone, che per quanto giovane e con poca memoria rispetto agli anni d’oro di papà, ha capito perfettamente lo spirito di un’epoca e di quella barca. Ha già avuto un incontro con il vice sindaco Enzo Del Vecchio, si è messo a disposizione, in prima linea rispetto a chi vorrà farsi avanti insieme a lui. Dunque, adesso tocca al Comune capire come fare».

«Ma una cosa è certa», aggiunge Anita, «se la barca viene spostata per essere portata all’Aquila, all’Accademia delle Belle arti come dice il Comune, la barca da lì non tornerà mai, perché nelle condizioni in cui sta cade a pezzi se la vanno ad alzare. È necessario un intervento lì dove si trova, con imbracature che la rendano sicura e, prima, con delle transenne per il tempo dei lavori».

Conclude la figlia di Eriberto: «Addirittura, tra i tanti che hanno risposto al nostro appello, c’è stata anche una persona che si è offerta gratuitamente per il lavoro. Non sono cose che decidiamo noi, ma di certo l’intervento va fatto lì dove già si trova la barca. Se si sposta, non torna più».

©RIPRODUZIONE RISERVATA