Bare e cartelli: è il funerale delle agenzie di viaggio 

Gli operatori: «Attività bloccata da gennaio, ma non abbiamo ricevuto aiuti»

PESCARA. Al centro della piazza una bara. Intorno una serie di striscioni riporta nero su bianco la rabbia di una categoria che ha deciso di urlare tutta la propria amarezza. Ieri mattina, a cinque mesi dalla precedente dimostrazione, le agenzie di viaggio abruzzesi indipendenti sono tornate a manifestare sotto la sede del consiglio regionale a Pescara.
«Per il nostro viaggio il mezzo lo avete scelto voi», si legge sul manifesto principale posto a fianco della bara, e poi su altri: «Qui giacciono le agenzie di viaggio, vittime dell'indifferenza delle istituzioni», «Le vostre promesse disattese uccidono più del Covid». «Basta con le promesse», tuona Feliciano Marcantonio, uno dei referenti del gruppo che riunisce circa 240 agenti di tutta la regione. «Siamo stati abbandonati. Le aziende sono state costrette a prestiti o peggio ancora a chiudere. Il settore delle agenzie di viaggio non è solo in ginocchio, è allo stremo».
Dal lockdown a oggi, il settore ha registrato un calo nei fatturati del 90 per cento. Tuttavia, a fronte di una perdita praticamente emorragica, le agenzie non hanno ricevuto alcun indennizzo. «Il coronavirus ha determinato il blocco delle nostre attività già da gennaio», chiarisce Annalisa De Luca, responsabile del direttivo dell'associazione delle agenzie di viaggio abruzzesi indipendenti, insieme a Emanuela Placido e Patricia Parisi. «Abbiamo atteso fino a maggio aiuti governativi o regionali che non sono mai arrivati». La categoria era riuscita a ottenere lo stanziamento di una somma di 3 mila euro per agenzia, attraverso un avviso pubblico regionale. «Ci avevano assicurato che quei contributi sarebbero arrivati entro luglio, ma non è stato così», dice ancora De Luca, «i fondi messi a disposizione dalla Regione ammontavano a 19 milioni, le domande arrivate sono state 56 mila, per cui sarebbe stato necessario incrementare lo stanziamento, ma a oggi non abbiamo ricevuto nulla».
La categoria chiede che venga data loro una priorità in termini di stanziamenti, alla luce dei sensibili cali nei fatturati. «Continuiamo a stare aperti, senza praticamente lavorare», dice ancora De Luca, «paghiamo le tasse e accumuliamo soltanto debiti». A rendere il quadro ancora più difficile, secondo gli operatori, è stato l'ultimo Dpcm che con le nuove restrizioni per frenare la corsa inarrestabile del virus, limita ulteriormente le prospettive di ripresa del settore. «Il decreto ci ha tolto i ponti e le festività, invendibili senza eventi, ristorazione, spettacoli», spiega Marcantonio. «Le agenzie di viaggio sono rimaste senza un prodotto da vendere e quindi appare inutile restare aperti. Oltre ai 3 mila euro promessi dalla Regione, chiediamo al Governo che ci venga pagato entro il 15 novembre il contributo a fondo perduto previsto da marzo a luglio e che venga esteso da agosto a dicembre. Sul tavolo delle richieste anche il prolungamento della cassa integrazione in deroga, ammortizzatori sociali fino a giugno 2021 e «che l'Italia faccia come altri Paesi europei, ovvero istituisca dei corridoi turistici con i Paesi che hanno i nostri stessi requisiti contro il coronavirus per riattivare i flussi turistici».
Una delegazione, a margine della protesta, è stata ricevuta dal neo assessore regionale al turismo, Daniele D'Amario che si è impegnato ad avviare un confronto continuato con la categoria e che entro martedì si esprimerà sulla possibilità di assegnare la priorità alle agenzie per accelerare i tempi di stanziamento degli aiuti.
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