Bimbi intossicati, i genitori querelano 

Scandalo mense: presentate denunce per lesioni colpose a danno dei piccoli, ricoverati per più giorni in ospedale

PESCARA. Sulla vicenda dei malori a scuola arrivano le prime denunce dei genitori, pronti a costituirsi parte civile anche in vista di eventuali risarcimenti. A dare il via è stato il presidente del comitato neo costituito, “Noi a mensa”, Claudio Cretarola. La moglie si è rivolta ai carabinieri forestali che stanno ascoltando i genitori dei bambini che frequentano la scuola di Piano T dove è esplosa l’“epidemia” gastrointestinale di fine maggio, e ha sporto querela per lesioni colpose nei confronti di chi sarà individuato come responsabile del reato perpetrato ai danni delle proprie figlie. Nella querela, la mamma delle due bambine di 7 e 9 anni che frequentano la prima e quarta elementare proprio a Piano T, ha ricostruito l’evolversi dei malori indicando, come presunta causa, «la probabile somministrazione, presso la mensa scolastica, di alimenti contaminati da batteri». Una contaminazione per la quale le due bambine sono finite all’ospedale con ricoveri di 2 e 4 giorni e altri sei a testa con prescrizioni medicinali da seguire a casa. Due casi fotocopia degli oltre duecento refertati all’ospedale di Pescara e molto simile, nei sintomi e nelle cure, a quelli degli altri circa cento bambini che sono stati male, ma che non si sono rivolti all’ospedale, come sta emergendo dal censimento portato avanti per conto della Procura dai carabinieri forestali diretti dal colonnello Annamaria Angelozzi.
In particolare, come riferisce la mamma delle piccole, il primo malore si è manifestato la sera di giovedì 31 maggio quando la bambina che frequenta la quarta elementare inizia a lamentare dolori alla pancia. Dopo una notte di diarrea, la mattina la bambina ha quasi 40 di febbre con scariche di diarrea e dolori addominali che proseguono fino al pomeriggio quando anche la sorellina che frequenta la prima, sempre a Piano T, comincia anche lei con vomito, dolori addominali, diarrea e febbre alta. Febbre che il giorno successivo non scende neanche con il Nurofen. Si arriva così a sabato 2 giugno quando si scopre, sui vari gruppi di classe whatsapp che in quella situazione si trovano decine di altri bambini. Le mamme iniziano a confrontarsi e a ipotizzare le cause: o un virus o del cibo avariato servito a scuola. E la situazione non migliora, anzi. Per questo la mamma delle due bambine, il 2 giugno decide con il marito di portarle all’ospedale. Quando comunica alla dottoressa di turno che di bambini in quelle condizioni ce ne sono almeno altri 25 a casa, scatta la segnalazione alla direzione sanitaria con i successivi ricoveri dei piccolo. Adesso, a margine del fascicolo aperto dalla Procura con 4 indagati, arrivano le denunce delle famiglie. (s.d.l.)