Caffè Venezia, chiesto il fallimento

La procura deposita la richiesta al tribunale: debiti per 6 milioni di euro

PESCARA. Le società gestite dalla famiglia Granatiero e che fanno capo al Caffè Venezia non possono sopravvivere e devono essere dichiarate fallite: è l'atto di accusa del pm Gennaro Varone che ha depositato la richiesta di dichiarazione di fallimento per le quattro società che gravitano attorno alla famiglia pugliese e che raccolgono i locali sotto le insegne Caffè Venezia nell'omonima via e in piazza Salotto, il panificio Piglia la Puglia in via Venezia e il pub Piano Terra in corso Manthonè.

La richiesta di fallimento è un ulteriore anello dell'inchiesta sbocciata il 12 settembre dello scorso anno con un maxi blitz congiunto della forze dell'ordine nei locali salotto della città iscrivendo sul registro degli indagati 7 persone originarie di Manfredonia: i fratelli Michele Sebastiano e Pasquale Granatiero, la mamma Antonia Grieco di 72 anni che vive a Manfredonia, Rita Lucia Granatiero, Giuseppe Prencipe, Anna Brigida e Severino Prato.

I sette sono accusati di riciclaggio e di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e, in particolare, l'accusa ha contestato agli indagati il collegamento con il clan pugliese dei Romito da cui, per il pm, «avrebbero ricevuto periodicamente denaro da reinvestire».

«ANOMALI FLUSSI».
Dopo il blitz di settembre, i locali sono stati sequestrati e dissequestrati dal tribunale del Riesame il 17 ottobre 2011 e, in quel lasso di tempo, sono stati affidati a un amministratore giudiziario. Adesso, mentre l'inchiesta sta andando verso la chiusura, la procura chiede di dichiarare il fallimento delle società. Secondo l'accusa, nel momento in cui sono iniziate le indagini e le prime perquisizioni, i locali non avrebbero più ricevuto quei «flussi anomali di denaro», manifestando «un irreversibile stato di impotenza economica».
Secondo l'accusa, e dopo il lavoro certosino condotto dalla Guardia di finanza diretta da Mauro Odorisio, «le società dei Granatiero manifestano, come ha anche definito l'amministratore giudiziario, uno stato irreversibile». La posizione debitoria è stata analizzata singolarmente per le quattro società: Caffè Venezia Srl, il cui amministratore è Grieco, Silvia Srl il cui legale rappresentante è Prencipe, Ad Maiora amministrata da Sebastiano Granatiero, e Granatiero Ristorazione Srl, il cui amministratore è Pasquale Granatiero.

UN DEBITO DA 6 MILIONI.
Complessivamente, i debiti verso i fornitori, gli istituti previdenziali, gli enti e l'agenzia delle entrate sono stati quantificati in oltre 6 milioni. La fetta più corposa è quella che appartiene alla società Caffè Venezia, per cui sono stati stimati debiti per circa 4 milioni 500 mila euro tra cui oltre 1 milione e mezzo per mutui contratti.
La società Silvia Srl, che è cessata nell'aprile 2011, presenta debiti tributari per 618 mila euro e debiti per istituti previdenziali per oltre 730 mila euro. Ad Maiora, invece, avrebbe debiti di circa 200 mila euro versi i fornitori e circa 124 mila euro verso gli enti impositori.

«CREDITI DIVERSI».
Nell'analisi della contabilità della varie società, i finanzieri hanno rintracciato fatture false, ma anche un conto che va sotto il nome di «crediti diversi». E' questo, per l'accusa, il conto che avrebbe consentito di «movimentare il conto cassa in entrata o in uscita, per causali e finalità non dichiarate e, dunque, non note».

Per la procura «"il nero"» sarebbe stato «gestito attraverso il conto "crediti diversi" che fornisce giustificazione contabile sia alle entrate del conto cassa le quali non trovano rispondenza in operazioni commerciali sia alle uscite che non trovano giustificazioni in documenti contabili».
La procura ha formalizzato la richiesta di fallimento per le quattro società al tribunale fallimentare che, adesso, si dovrà riunire e decidere se accoglierla, e quindi affidare la gestione dei locali a un custode giudiziario, oppure rigettarla. Intanto, il pm Varone ha presentato anche ricorso in Cassazione contro il dissequestro dei locali disposto dal Riesame: il ricorso sarà discusso il 14.

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