Campi scuola occupati da 5 anni: scatta il sequestro dei carabinieri 

Gli impianti sportivi dell’istituto Aterno Manthonè trasformati in pollai e rimesse con catene e lucchetto Denunciati 5 rom di Rancitelli: l’area sarà riconsegnata alla Provincia e tornerà fruibile per gli studenti

PESCARA. Erano arrivati ad occupare, per farci i propri comodi, persino gli spazi dell’istituto Aterno Manthonè, impedendo così ai ragazzi, per anni, di poterli utilizzare per le attività sportive. Per la precisione, tre campetti da calcio e basket, attigui alla scuola, che avevano trasformato in pollai, rimesse di attrezzi, luoghi in cui far passare il tempo libero ai loro di figli.
IL BLITZ Tutto questo nel quartiere Rancitelli sino all’alba di ieri quando è scattato il blitz dei carabinieri della Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pescara, diretti dal tenente Giovanni Rolando, e nel giro di un paio d’ore l’intera area, che è di proprietà della Provincia, è stata sgomberata e posta sotto sequestro preventivo. A disporre il provvedimento, il gip Nicola Colantonio su disposizione del pm Luca Sciarretta. Insieme al sequestro, sono scattate anche cinque denunce. A finire nei guai, rom della zona, a cui sono stati contestati i reati di invasione di terreni ed edifici e danneggiamento in concorso.
OCCUPAZIONE DAL 2017 Stando a quanto accertato dalle indagini, la storia andava avanti almeno dal 2017 quando hanno iniziato ad impossessarsi degli impianti sportivi sino a diventarne i padroni assoluti. Per impedire che qualcuno vi potesse entrare, i rom insieme ai familiari avevano messo un’apposita catena con un lucchetto, apribile con una chiave che avevano solo loro. Ciò per poterci allevare in primis polli e galline, ma anche per sistemarci cianfrusaglie varie. Accatastate in un angolo, i militari dell’Arma hanno trovato addirittura parti di biciclette, motorini, automobili. Insomma, c’era di tutto e di più. L’area verrà restituita, nei prossimi giorni, all’amministrazione provinciale per gli interventi di pulizia e sistemazione, terminati i quali tornerà, dopo cinque anni, nella disponibilità degli studenti dell’istituto Manthonè.
LA PRESIDE «Noi», sottolinea la preside Michela Terrigni, «abbiamo già una bellissima palestra, frequentata dai ragazzi dell’indirizzo Tecnico dello sport. Adesso finalmente riavremo anche gli spazi esterni per le nostre attività. La situazione, che si era venuta a creare, era stata da me segnalata un annetto e mezzo fa, subito dopo il mio insediamento. Anche che la collega che mi ha preceduto ha fatto la stessa cosa».
LA PROVINCIA Proprio a seguito delle segnalazioni della scuola, la Provincia più volte è intervenuta, cambiando serrature, chiavi e lucchetti. Ma purtroppo senza alcun risultato. Puntualmente, trascorso po’ di tempo, tutto è tornato come prima e l’area dei campetti rioccupata dalle solite famiglie rom. Di qui, l’attività di osservazione dei carabinieri conclusa con lo sgombero e il sequestro di ieri mattina.
L’APPELLO DI DON MAX Solo qualche giorno fa, don Massimiliano De Luca, per tutti don Max, il prete coraggio di Rancitelli era tornato a denunciare, attraverso il Centro, prepotenze e traffici nel quartiere, invitando le istituzioni a intervenire e a fare in modo che le periferie «non siano intese come discariche, in cui abbandonare lo scarto della società. Non siano dei ghetti, come vogliono invece i delinquenti». Quindi, aveva fatto presente che in zona la situazione è «sempre più invivibile» e che le famiglie oneste, esasperate, stanno andando via. «Le coppie giovani», aveva sottolineato, «non ci sono più. La dimostrazione arriva dalle scuole del quartiere. Per il terzo anno consecutivo, in quella di via Sacco, non si è potuta formare una prima elementare. Di questo passo, è destinata a chiudere. Ormai a Rancitelli restano soltanto gli abusivi. La gente perbene sta scappando. Anche la mia sta diventando una voce solitaria».