pescara, i funerali

Carlo Pace unisce i politici, folla in lacrime per l’addio

Centinaia di persona alla cerimonia funebre dopo il saluto alla camera ardente allestita in Comune. La figlia Laura: «Sarai la nostra forza. Grazie per essere stato mio padre»

PESCARA. «Grazie di essere stato mio padre». Accanto alla bara del padre, l’ex sindaco di Pescara Carlo Pace, la figlia Laura ha detto la cosa più bella che potesse dire. Ha parlato con la voce rotta dalle lacrime durante i funerali del padre, investito da un’auto lunedì scorso in via Pellico e morto all’età di 80 anni in ospedale: «Qualcuno ha detto che eri una persona gentile», ha detto Laura nella chiesa di Sant’Antonio gremita di politici e gente comune, «ed è la cosa più bella che potevano raccontare perché la gentilezza chiama amore, generosità e accoglienza, tutto ciò che tu sei. Sei e non eri», ha sottolineato la figlia dell’ex sindaco tra il 1994 e il 2003, «perché continuerai a vivere dentro di noi: ti riconoscerò nei gesti, nelle parole e negli sguardi. Poi, sarai nel nostro sguardo e sarai la nostra forza, il nostro timone. Buon viaggio amore infinito». E, poi, le parole che hanno commosso e che hanno scatenato l’applauso: «Grazie di essere stato mio padre».

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Tre generazioni di politici, destra e sinistra senza distinzioni, si sono strette intorno alla famiglia dell’ex sindaco per ricordare quel «galantuomo prestato alla politica». Un uomo che pensava agli altri. E proprio per questo, ha detto ancora la figlia, «a papà avrebbe fatto piacere se le offerte fossero devolute al Banco alimentare», e cioè l’ente che aiuta i poveri ad affrontare le giornate con la donazione di generi alimentari di vario tipo: l’ultima buona azione di Pace. Un uomo, un padre e un amministratore che verrà ricordato non solo per la sua gentilezza e la sua professionalità, ma anche per la sua bontà.

Ai funerali, concelebrati da tre parroci con gli amici di sempre don Palmerino Di Sciascio e don Vincenzo Amadio, per salutare il sindaco dei 9 anni sono arrivati gli ex compagni di partito e gli avversari di allora: l’ex senatore Andrea Pastore, l’ex consigliere Augusto Di Luzio, l’ex sindaco Mario Collevecchio. E poi tanti rappresentanti delle istituzioni di oggi: il sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, la deputata Vittoria D’Incecco, il sindaco Marco Alessandrini, l’ex Luigi Albore Mascia e il suo vice Berardino Fiorilli, il presidente della Regione Luciano D’Alfonso e il consigliere Alberto Balduci, il presidente della Provincia Antonio Di Marco, l’ex prefetto Vincenzo D’Antuono, i sindaci di Chieti Umberto Di Primio e di Montesilvano Francesco Maragno, i consiglieri pescaresi Carlo Masci, Marcello Antonelli, Riccardo Padovano, Guerino Testa, l’assessore Giuliano Diodati, l’assessore di Montesilvano Deborah Comardi e l’ex sindaco Renzo Gallerati. E ancora il presidente dell’Ordine degli avvocati Donato Di Campli, consigliere durante l’amministrazione Pace, e gli avvocati Giovanni Stramenga e Carmine Ciofani. E poi l’astrofisico Remo Ruffini, fondatore con Pace dell’Icranet in piazza della Repubblica, e il pubblicitario Michele Russo che curò le campagne elettorali con lo slogan «Non fermate la città in movimento». Presenti anche Vincenzo Marinelli e l’ex calciatore ed ex assessore Antonio Martorella. All’uscita, anche uno dei nipoti ha portato a spalla la bara del nonno.

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