Casello di Bussi-Popoli bloccato: è pronto un piano per riaprirlo 

Riunione in prefettura con Anas e Strada dei parchi per decidere gli interventi da realizzare subito È prevista la costruzione di una rotatoria entro dieci giorni, ma la protesta degli utenti non si ferma

POPOLI. Una storia infinita quella del casello autostradale di Bussi-Popoli. Ieri pomeriggio, in prefettura, nuovo tavolo con tutte le parti interessate, in primis Anas e Strada dei parchi, per cercare di trovare una soluzione agli innumerevoli problemi legati alla chiusura dell'accesso al casello ai mezzi che arrivano da Bussi e Popoli, percorrendo la Tiburtina.
Durante l'incontro, presieduto dal prefetto Giancarlo Di Vincenzo, che negli ultimi mesi ha convocato riunioni continue, si è deciso di accelerare sulla realizzazione della rotatoria, di cui già nel mese di gennaio si era iniziato a parlare. L'Anas si è riservata comunque di fare alcune valutazioni. Una volta sciolta la riserva, il rondò potrebbe vedere la luce in una decina di giorni. Bocciata invece dal ministero delle Infrastrutture, che l'ha ritenuta non praticabile, la proposta del semaforo. Questa comunque era stata considerata una soluzione transitoria. In attesa, e si spera molto presto che la questione arrivi ad una conclusione, il prefetto ha sensibilizzato le forze dell'ordine ad intensificare i controlli in zona per garantire la sicurezza stradale.
La chiusura dell'accesso al casello per chi proviene da centri come Bussi e Popoli starebbe creando infatti una situazione di totale caos e disagi lungo la Tiburtina. «Da parte mia», assicura lo stesso prefetto, «continuerò a seguire questa vicenda con la speranza di dare al più presto risposte ai cittadini». Cittadini così come gli operatori economici sono letteralmente sul piede di guerra. «Sono sette-otto mesi», sottolinea Dino Rossi portavoce del Cospa Abruzzo, «che i lavori di adeguamento sismico del viadotto dello svincolo di Bussi-Popoli, per consentire i quali l'accesso era stato interdetto, sono terminati e nulla è stato fatto. Tutto fermo, tutto bloccato. Di questa situazione ci stiamo rimettendo solo noi lavoratori. Percorrere la Tiburtina è diventato un incubo oltre che estremamente pericoloso. Se, come si dice, devono realizzare una rotatoria, la facessero al più presto altrimenti aprissero tutto. Se così non dovesse essere, siamo pronti alla mobilitazione. O aprono l'accesso o andiamo a metterci i trattori e blocchiamo l'autostrada. Non possono esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B. Quelli che affrontiamo ogni giorno sono disagi enormi sotto tutti i punti di vista. Vedere per credere».
Sulla questione sicurezza, per la quale ora il prefetto ha disposto controlli più serrati, insiste il consigliere comunale Mario Lattanzio, fra i primi a portare all'attenzione le numerose problematiche generate dalla chiusura dell'accesso. «C'è chi», fa presente preoccupato, «per entrare comunque in autostrada in quel tratto ed evitare di dover raggiungere Torre de’ Passeri per immettersi si avventura in manovre pericolose, facendo inversioni di marcia. Chi invece prosegue regolarmente lungo il tragitto stabilito va incontro a code, traffico, confusione. Questo perché i mezzi pesanti delle tante e importanti aziende che vi sono in questa parte di territorio sono costrette per forza a percorrere la Tiburtina, allungando fra l'altro i loro stessi tempi con ripercussioni quindi anche a livello economico. Non oso immaginare cosa succederà adesso nel periodo estivo con il maggiore movimento che c'è legato al turismo, alle gite». «Si parla tanto di infrastrutture», sottolinea Lattanzio, «e poi quelle esistenti si chiudono. Nel caso specifico, parliamo di un casello essenziale ripeto per l'economia della zona».
©RIPRODUZIONE RISERVATA