Censimento degli scarichi Via ai controlli sul fiume

Primo sopralluogo dei tecnici comunali all’altezza della zona industriale Del Vecchio: «Non esiste l’archivio delle condotte fognarie, noi lo realizzeremo»

PESCARA. A Pescara non esiste un archivio degli scarichi nel fiume Pescara. Nessuno ha mai provveduto a fare un censimento delle condotte. Perciò, appare difficile distinguere di volta in volta quelle autorizzate e quelle abusive. Al punto che nessuno conosce con esattezza il loro numero. Ma ora, dopo i tanti allarmi per l’inquinamento del fiume, l’amministrazione comunale ha deciso di avviare finalmente un censimento degli scarichi. Un lavoro complicato svolto solo all’interno del territorio di Pescara. Sarà però difficile risalire ai titolari delle condotte non autorizzate. Il problema, forse, sarà affrontato durante il vertice convocato nuovamente dal presidente Luciano D’Alfonso per domani negli uffici della Regione, in viale Bovio.

Questo lavoro di ricerca è cominciato ieri. Il vice sindaco Enzo Del Vecchio, accompagnato dai tecnici comunali, si è recato lungo le sponde del fiume, all’altezza della zona industriale del capoluogo adriatico, per individuare eventuali scarichi.

E proprio in quella zona sono stati segnalati, da uno studio commissionato dalla Regione e pubblicato la settimana scorsa dal Centro, diversi scarichi sospetti con livelli di inquinamento chimico al di sopra dei limiti di legge. Più precisamente, in corrispondenza del depuratore di via Raiale sono stati trovati scarichi «che presentano superamenti dei limiti dei nitrati, zinco e piombo».

Il dossier poi avverte: «Gli scarichi delle acque provenienti dalla zona industriale - commerciale della Val Pescara, tra l’aeroporto e il fiume Pescara, sono da considerarsi particolarmente inquinati». Grave la situazione anche alla foce di Fosso Grande. Lì sono stati individuati scarichi che presentavano valori oltre i limiti di sostanze pericolose, come zinco e piombo, «probabilmente», ipotizza lo studio, «effetto del percolato perso dalla discarica di via Prati».

Presentano problemi anche gli scarichi emersi al di fuori del territorio pescarese. In particolare, quelli che attraversano l’area di Santa Teresa di Spoltore che hanno fatto registrare superamenti dei limiti di legge dell’ammonio, rame, zinco e piombo. «Probabilmente», fa notare il dossier della Regione, «vi è una componente dovuta a contributi di scarichi civili non trattati che determina questo stato diffuso di inquinamento». Per questo motivo, sabato scorso, il sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito ha annunciato l’intenzione di affidare l’incarico ai suoi tecnici per andare a verificare eventuali scarichi sospetti lungo il fiume. Ancora più inquinata, secondo la ricerca, la zona di Chieti Scalo, «dove oltre alla componente di scarichi civili non depurati, è presente anche una componente derivante da reflui industriali».

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