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Cepagatti festeggia i 100 anni di Rapattoni

CEPAGATTI. Ha dato lavoro a tantissimi suoi concittadini con numerose attività imprenditoriali che ha portato avanti negli anni. Mario Rapattoni, storico commerciante di Cepagatti, il 9 novembre ha...

CEPAGATTI. Ha dato lavoro a tantissimi suoi concittadini con numerose attività imprenditoriali che ha portato avanti negli anni. Mario Rapattoni, storico commerciante di Cepagatti, il 9 novembre ha tagliato il traguardo dei 100 anni. A celebrare questo speciale giorno, in una festa a sorpresa che lo ha emozionato, la moglie Norma di 88 anni, i figli Giuliano e Maurizio, la nuora Isabella e i nipoti Federico, Leonardo e Tonia. Nato e cresciuto a Cepagatti, Rapattoni è da tutti conosciuto come “Cijon” (ciglione), soprannome ereditato dal nonno per le ciglia folte e oggi passato anche al primo nipote, il 24enne Federico. Negli anni il neocentenario ha condotto un'attività di raccolta di grano e olive e poi ha aperto nel centro del paese un negozio di mangimi. Fino a 15 anni fa, ha lavorato nel suo allevamento di suini e nella produzione di porchette distribuite nelle attività commerciali. Al compleanno ha preso parte anche la banda musicale di Cepagatti che ha omaggiato Rapattoni e il sindaco Gino Cantò che, a nome del Comune, gli ha donato una targa ricordo. «Mario non si aspettava assolutamente la festa», dice la nuora Isabella Misso, «si è emozionato molto, per la presenza del sindaco e degli amici che hanno voluto condividere con noi questo giorno, ma soprattutto per la banda del paese che ha voluto omaggiarlo, venendo a suonare fin davanti la porta di casa». Rapattoni è amato da tutto il paese, che «ha lavorato moltissimo», sottolinea la nuora, «e ha fatto del bene ai suoi concittadini. È pieno di vita e quotidianamente è al fianco di sua moglie Norma, di 12 anni più giovane, per la quale cucina». Amante del giardinaggio, «innaffia le piante tutti i giorni, rigorosamente in manica corta: ogni tanto per comodità utilizza la sedia a rotelle, legge persino senza occhiali e si dà sempre moltissimo da fare». (m.pa.)