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Chieti, il vescovo Forte: "L’immigrazione è dono porta nuova linfa"

"Il mondo non ha bisogno di muri ma di ponti", l'arcivescovo cita Giovanni Paolo II e ribadisce il dovere dell’accoglienza di ogni popolo

CHIETI. «Il mondo non ha bisogno di muri ma di ponti». Bruno Forte cita Giovanni Paolo II e ribadisce il dovere dell’accoglienza di ogni popolo. Il dossier statistico sull’immigrazione 2012, presentato ieri in Provincia dalla Caritas Migrantes di Chieti-Vasto, diventa stimolo per una profonda riflessione sul fenomeno in un'Italia che conta 5 milioni di migranti e in Abruzzo oltre 83mila. Un flusso che neanche la crisi ferma, su cui non alzare barriere, magari anche con semplici parole. Il poeta di origine eritrea, Hamid Barole Abdu, dal '74 nel nostro Paese, fa riflettere: «Quando sono arrivato tutti mi chiamavano Hamid, mai nessuno mi ha indicato come straniero, immigrato, clandestino. Era un'Italia diversa».

I migranti producono il 12,8% della ricchezza nazionale e Giuseppe Bea, Cna nazionale, nota come siano intraprendenti, tant'è che solo in Abruzzo hanno messo su 4600 imprese. Una presenza a cui tenere. «Basti pensare», afferma Franco Pittau, coordinatore del dossier, «che nel 2065 gli ultra 65enni nel nostro Paese saranno il 33 per cento e senza i migranti, nel frattempo aumentati, sarà difficile sostenere il sistema pensionistico e assistenziale».

E' però all’uomo e alla sua valenza assoluta che preferisce guardare l’arcivescovo Forte. «L'immigrazione è un dono», risponde Forte, «perché porta nuova linfa nella vita del nostro Paese, della nostra cultura e della nostra capacità di forza lavoro. E’ anche una sfida, perché esige una capacità di integrazione, accoglienza e solidarietà in gran parte ancora da sviluppare. Purtroppo è ancora un problema per chi pregiudizialmente non ha una mentalità accogliente. Una cosa è certa: non parliamo di numeri, ma di persone con dignità e meritevoli di rispetto. Con i numeri si gioca, con gli esseri umani no».

Guardare oltre le cifre è il filo conduttore dell’incontro, affollato, in Provincia, dove il colore della pelle mostra sfumature dal bianco al nero, in un incontrto tra civiltà possibile anche in una città della provincia italiana. «Chieti,città della Festa dei Popoli, non smentisce la sua identità di comunità accogliente», afferma il sindaco Umberto Di Primio.

Tanti gli intervenuti ieri al convegno, introdotto da don Enrico D’Antonio, direttore della Caritas di Chieti-Vasto e di Migrantes regionale, tra cui il prefetto Fulvio Rocco de Marinis, Letizia Scastiglia della Cna e l’assessore Emilia De Matteo.

Presenti anche i ragazzi e l’allenatore di Integra Sport, realtà sportiva interculturale teatina, molto apprezzata anche oltre regione. (s.b.)

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