Cocaina dalla Colombia, arrestati tre pescaresi

Duro colpo al cartello della 'ndrangheta riconducibile alle famiglie Morabito-Bruzzaniti-Palamara: la droga partiva da Bogotà per arrivare al porto di Gioia Tauro nascosta in container di frutta e pesce congelato. Diciannove gli arresti disposti dalla Dda di Reggio Calabria, di cui 15 in carcere e 4 ai domiciliari. Paolo e Mirco Manzo e Gino Sivitilli avrebbero acquistato la cocaina direttamente da un boss

PESCARA. Tre pescaresi sono stati arrestati questa notte dagli uomini della squadra mobile nell'ambito di un'inchiesta contro il traffico internazionale di cocaina tra la Calabria e la Colombia da fare arrivare in Italia verosimilmente nel porto di Gioia Tauro, nascosta in container di frutta o di pesce surgelato. Il traffico di droga con il Sudamerica era gestito da un'organizzazione criminale legata alla 'Ndrangheta.

L'operazione - chiamata Buena Ventura - è partita da Reggio Calabria, dove gli uomini della squadra mobile, condotti dalla Dda e dall'Antimafia, hanno eseguito 19 ordinanze di custodie cautelari, di cui 15 in carcere e 4 ai domiciliari. Tre arresti sono stati eseguiti a Pescara. Si tratta di Mirco Manzo, 36 anni di Pescara; Paolo Manzo, 56 anni di Pescara, e di Luigi "Gino" Sivitilli, 51 anni di Pescara: i primi due sono ristretti in carcere, il terzo è ai domiciliari. I tre pescaresi sono accusati di far parte dell'organizzazione criminale dalla quale, attraverso Giovanni Palamara (ora in carcere) avrebbero acquistato diversi quantitativi di cocaina destinati al mercato pescarese e chietino. L'indagine, durata due anni e condensata in un'informativa della Polizia di Stato di oltre 500 pagine dove sono state raccolte intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali, ha ricostruito l'attività del sodalizio transnazionale dedito al traffico di stupefacenti. In particolare, il cartello calabrese riconducibile alle famiglie Morabito-Bruzzaniti-Palamara, secondo gli investigatori, aveva assunto iniziative «concrete e avanzate» per pianificare e realizzare la compravendita di droga lungo l'asse Reggio Calabria-Bogotà. L'importazione sarebbe avvenuta attraverso apposite società operanti soprattutto nell'importazione di prodotti ortofrutticoli o di pesce. A tale scopo, secondo l'accusa, alcuni trafficanti calabresi avevano allestito nella Locride un negozio per la rivendita di pesci surgelati provenienti dal Sudamerica. In alcuni casi la droga sarebbe stata inviata per via aerea.

Nel corso dell'indagine "Buena Ventura", gli investigatori hanno sequestrato, in Italia e in Spagna, consistenti quantitativi di cocaina. I sequestri sono stati effettuati nel corso di specifiche operazioni antidroga condotte in provincia di Reggio Calabria e all'aeroporto Barajas di Madrid da parte delle rispettive forze di polizia (Polizia di Stato Italiana e Cuerpo National de Polizia - Comisaria General de Policia Judicial - U.D.Y.C.O. Central). Complessivamente, le indagini hanno permesso di sventare l'importazione di oltre 35 chili di cocaina organizzata fra la Colombia e la Calabria. La droga, oltre che via mare, sarebbe giunta in Italia anche via aerea con corrieri adibiti al trasporto della cocaina in valigie fino ad uno scalo aereo del Centro-Nord Italia dove passavano grazie alla complicità di un finanziere e ad un vigilante, che sarebbero indagati. Le indagini della Squadra mobile di Reggio Calabria, condotte anche con attività pianificate e congiunte, coordinate su scala internazionale dalla Direzione centrale per i Servizi antidroga e dallo Sco, hanno svelato le dinamiche di rilevanti traffici di cocaina tra la Colombia e la Calabria, con il coinvolgimento di soggetti legati ai narcos.