«Consiglio regionale, no ai cambi di casacca» 

Dopo il caso Campitelli, D’Alfonso (Pd) propone una norma per evitare il passaggio da una lista all’altra

PESCARA. Il trasformismo è al centro di un intervento dell’onorevole del Partito democratico, Luciano D’Alfonso. «”Nessun assessore che ha tradito l’elettorato e il partito che lo ha designato in quell’importante ruolo dev’essere candidato nelle liste del centrodestra alle elezioni regionali del marzo prossimo” è il monito di Francesco De Santis, portavoce della Lega Abruzzo, ai suoi alleati di coalizione, dopo i passaggi di diversi amministratori dalle fila del partito di Salvini ad altre forze politiche». Il riferimento è all’assessore Nicola Campitelli, passato dalla Lega a FdI. Per D’Alfonso «è bene che i trasformisti non abbiano più destino e ruolo politico nell’ordinamento e nella democrazia abruzzesi. Si tratta di un dibattito nazionale che va calato anche a livello regionale, perché è vergognoso ciò che è accaduto in questa legislatura nella quale, come scambisti in un privè, molti eletti della Lega si sono trasportati in Fratelli d’Italia».
«Sarebbe bello sapere quante energie sono state sprecate», continua il parlamentare del Pd, «per organizzare questo travaso, quante promesse, quanti dialoghi nel buio dei pomeriggi invernali o senza la luce che possa conservare memoria remota delle ragioni di queste acrobazie, di persone che prima si sono collocate con la Lega e adesso vanno con il partito della Meloni. Che ne è della democrazia quando va in onda questo spettacolo della transumanza che noi eravamo abituati a vedere soltanto a opera dei pastori e dell’economia della pecora? Quanto perde il cittadino abruzzese, quando tutto il tempo viene investito per negoziare passaggi e certezze di futuri personali?». E poi D’Alfonso lancia una proposta: «Stabiliamo un patto: che nei primi sei mesi della prossima legislatura si adotti una norma che impedisca agli eletti il transito da una lista a un’altra. È una questione di coerenza, ma soprattutto di civiltà politica e democratica».