débâcle PENTASTELLATA 

Così Marcozzi racconta la grande crisi del M5S

CHIETI. «Chi fino a ieri ha parlato di débâcle in Abruzzo oggi dovrebbe chiedere scusa». Sara Marcozzi è un fiume in piena. Anzi è un post sconfinato su Facebook che descrive la crisi del Movimento 5...

CHIETI. «Chi fino a ieri ha parlato di débâcle in Abruzzo oggi dovrebbe chiedere scusa».
Sara Marcozzi è un fiume in piena. Anzi è un post sconfinato su Facebook che descrive la crisi del Movimento 5 Stelle crollato anche in Abruzzo ai livelli di un piccolo partito pur avendo una rappresentanza parlamentare molto consistente. «È di qualche ora fa la notizia che il capo politico abbia convocato per il prossimo 24 settembre una riunione congiunta Camera-Senato per discutere di Stati generali e riorganizzazione Movimento», scrive la capogruppo regionale che lancia la prima critica: «Com’è possibile che non si sia ancora capito che il M5S non coincide con il gruppo parlamentare, ma è costituito anche da consiglieri regionali e comunali che ogni giorno ci mettono la faccia?», chiede Marcozzi prima di guardare, con rammarico, verso un passato prossimo e mettere in discussione tutto. Anche i capisaldi del movimento, a partire dalla partecipazione democratica dei 5 Stelle rimasta solo virtuale. Si riferisce alla piattaforma Rousseau, la leader abruzzese del M5S, quando invoca che gli Stati generali di domani «non si esauriscano in una o più aride votazioni di progetti e quesiti predefiniti e troppo generici», ma chiede «un confronto reale, allargato, partecipativo e puntuale sul futuro del Movimento». E specifica: «Aperto anche ai consiglieri regionali e a una delegazione di consiglieri comunali da ogni parte d’Italia».
Il post-fiume serve poi a togliersi un sassolino dalla scarpa. Anzi un macigno. Marcozzi infatti ricorda il suo risultato alle ultime regionali: 126.165 preferenze pari a oltre il 21% che paragonati alle performance di oggi dei 5 Stelle, in Veneto (3,40%), Toscana (7,2%) oppure Marche (9,5%), danno il senso vero della disfatta. Eppure «quella notte di un anno e mezzo fa in Abruzzo cominciò la caccia alle streghe. Alcuni parlavano di débâcle, di candidata inadeguata, di bella figura e poca sostanza, con una punta di sessismo che dà sempre un tocco di colore... C’è voluto un anno e mezzo per dimostrare - ahi noi, con grande rammarico e tristezza nel cuore - che la crisi è ben più profonda». Nessun riferimento al caso Chieti, città della Marcozzi, dove il candidato M5S, Luca Amicone, scelto da un’altra anima del partito, è ultimo, staccato di molto. Ma questa è un'altra Caporetto. (l.c.)