Parrucchiere multato in un centro commerciale

PESCARA / CORONAVIRUS

Covid, parrucchiere multato. Insorge Confartigianato Abruzzo

Sanzione della polizia municipale in un centro commerciale. L'associazione: "Chiederemo il risarcimento dei danni"

PESCARA. Un parrucchiere il cui salone si trova in un centro commerciale del Pescarese è stato multato per aver aperto al pubblico durante il fine settimana. Oltre alla sanzione da 400 euro, è stata imposta all'attività la chiusura per tre giorni. Ne dà notizia Confartigianato Imprese Pescara che, sottolineando come si tratti di «uno dei primi casi in Italia», annuncia iniziative legali e ribadisce che «in assenza di chiarimenti ufficiali in merito, le attività artigiane, tra cui gli acconciatori, a differenza di quelle commerciali, anche nei centri commerciali possono rimanere aperte durante i fine settimana».

La sanzione, fa sapere l'associazione, è stata elevata dalla polizia locale, che ha imposto la chiusura dell'attività per tre giorni, stop che si è protratto fino all'8 dicembre, periodo festivo in cui il salone è stato costretto ad annullare molti appuntamenti. Nel verbale viene evidenziato che «si svolgeva l'attività inerente ai servizi alla persona di tipo parrucchieri, all'interno del centro commerciale, non rientranti tra le attività previste nell'allegato 24 del Dpcm».

«Ciò che non è stato rilevato» afferma il direttore di Confartigianato Pescara, Fabrizio Vianale, «è che si tratta di un'attività artigiana e non commerciale. Sul tema in questione siamo impegnati da settimane. Abbiamo chiesto informazioni agli organi competenti, a partire dalla prefettura. A eccezione di alcune interlocuzioni informali, non abbiamo ancora ricevuto i chiarimenti necessari per far lavorare serenamente le imprese artigiane. Tali chiarimenti sono ora indispensabili, considerando che siamo vicini al Natale».

Citando i contenuti del Dpcm del 3 dicembre, Vianale ricorda che i passaggi relativi alle chiusure «si riferiscono testualmente, e in via esclusiva alle sole attività di vendita al dettaglio e non anche alle attività di servizi alla persona, tra cui acconciatori, estetiste e lavanderie, che sono attività artigiane».

«Insieme a Confartigianato Forlì, a cui è associata la società titolare del salone, ci stiamo già muovendo per vie legali e chiederemo un risarcimento per i mancati incassi. Siamo, fin dall'inizio, per il rispetto delle regole, ma è indispensabile fare definitivamente chiarezza», chiosa Vianale, che definisce «inaccettabile» l'accaduto.