D'Annunzio Festival, fulmini dell'opposizione. Oliva, prima defezione

Il segretario cittadino del Pd Stefano Casciano punta il dito contro la rassegna dedicata al Vate

PESCARA. «Il D'Annunzio Festival è l'ennesimo fallimento della giunta Mascia». Il segretario cittadino del Pd Stefano Casciano punta il dito contro la rassegna dedicata al Vate. La definisce «occasione per regalare incaricucci e poltrone agli amici». E sull'interesse dimostrato da Bondi nei confronti dell'iniziativa è critico: «Non può che farci disonore, considerando che è lo stesso ministro che con i tagli all'economia sta distruggendo la cultura». E' una vera bufera sul Festival in programma dal 23 al 31 luglio. Si registra anche la defezione di Edoardo Oliva, direttore artistico del Teatro Immediato: non parteciperà.

Presunte irregolarità nell'organizzazione sono state denunciate dal Pd in un dossier. L'opposizione ha contestato le spese destinate alla realizzazione della rassegna dannunziana: 233 mila euro finanziati dalle casse del Comune, con un contributo della Provincia e della Regione. Incarichi illegittimi e gare sospette, oltre a un investimento che, secondo quanto dichiarato dal consigliere Giovanni Di Iacovo, potrebbe «lasciare senza soldi tutte le altre iniziative».

Il sindaco Luigi Albore Mascia lo definisce «il primo grande evento di respiro internazionale capace di dare un nuovo slancio all'immagine della città e della regione», presentandolo come «un evento lontano dalle sagre paesane a base di porchetta alle quali ci avevano abituati negli ultimi 6 anni, diverso dai fumosi concerti di Manu Chao o dagli spettacoli rachitici dell'Arena del Mare».  «Come sempre, quando si trova a fare i conti con chi lo ha preceduto, inizia a esprimersi con un linguaggio che proprio non si addice a un sindaco», ha detto Stefano Casciano. «Mascia sa di non essere amato dalla città e pensa di poter guadagnare punti gettando fango su quanto fatto in precedenza». 

Casciano replica alle accuse elencando alcune delle mostre e delle iniziative culturali messe in campo dal centrosinistra quando era al governo: su tutte, la mostra dedicata a Andy Warhol. «Mascia, che in un anno non ha prodotto né un grande spettacolo né un'iniziativa culturale degna di nota. Pescara stava diventando davvero una città di rango internazionale, ma grazie a lui e alla politica attuata dai suoi uomini è, ormai, ufficialmente e tristemente retrocessa». 

Dura anche Paola Marchegiani, assessore alla cultura nella precedente amministrazione. «L'idea di una serie di eventi da dedicare a D'Annunzio nella sua città sarebbe senz'altro da condividere, se realizzasse davvero un salto di qualità nell'offerta culturale». A mancare, precisa, è «un progetto originale e omogeneo dietro allo spettacolo di facciata». Impossibile, aggiunge, è ritrovare «un filo conduttore» che leghi tra loro tutti gli appuntamenti «che hanno come oggetto l'opera di D'Annunzio.

L'impressione che se ne ricava è che il suo nome e la sua figura vengano strumentalizzati per fini meramente propagandistici e, peggio ancora, per elargire soldi».  Durante la presentazione del Festival, Mascia ha risposto alle accuse mosse dal Pd, dicendo: «Una lettura affrettata delle carte ha indotto alcuni esponenti politici a parlare di incarichi illegittimi e gare sospette, ma la nostra amministrazione un anno fa ha indossato una stelletta, quella del rispetto delle regole, della trasparenza.

Ci sono le carte che lo dimostrano, come le gare fatte anche quando la legge non ce lo imponeva, per dare a tutti l'opportunità di partecipare. Rispediamo al mittente qualunque tentativo di diffamare e infangare un evento che avrà una portata enorme per la nostra immagine».  Le conseguenze della polemica, intanto, non sono tardate ad arrivare. Edoardo Oliva, direttore artistico del Teatro Immediato, ha fatto sapere che non parteciperà al Festival con lo spettacolo "Duse D'Annunzio", in programma il 30 luglio.

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