La statua di D'Annunzio inaugurata a Trieste

CENTENARIO / IMPRESA DI FIUME

D’Annunzio, la Croazia respinge i voli pescaresi 

Volantini su piazza Salotto, ma con Rijeka si rischia lo scontro diplomatico

PESCARA. La celebrazione di D’Annunzio in terra croata doveva essere una festa. Adesso rischia di trasformarsi in uno scontro diplomatico tra Italia e Croazia. Nel giorno in cui ricorrevano i 100 anni dalla presa di Fiume, l’associazione Fly Stori aveva organizzato un collegamento tra Pescara e la città croata di Rijeka, con due voli che avrebbero dovuta raggiungerla per incontrare la comunità italiana e festeggiare il Vate. Avrebbero, perché le autorità croate hanno chiuso lo spazio aereo, impedendo ai due velivoli partiti dall’aeroporto d’Abruzzo di atterrare, costringendoli a fare ritorno a casa.

L'equipaggio che ha fatto decollare, alle 11 in punto, i due aerei da Pescara a Rijeka

Da quello che emerge, pare che a innescare un clima definito teso ed estremamente ostile, sia stata una bandiera italiana sventolata ieri mattina sul palazzo di governo di Rijeka. L’accaduto ha acceso gli animi della popolazione, che vede D’Annunzio come un dittatore, un impostore, il conquistatore. L’atmosfera si è surriscaldata e a quel punto le autorità croate hanno deciso di fare un passo indietro rispetto al piano di volo preventivamente concordato. A dire il vero, gli aerei che dovevano arrivare a destinazione erano quattro e due di questi ce l’hanno fatta. Infatti, oltre a quelli provenienti da Pescara, erano previsti due ulteriori voli, uno da Barcellona e l’altro da Casale Monferrato, a sostegno.
Le autorità croate, però, non hanno inizialmente ricollegato la provenienza di quest’ultimi due con le manifestazioni su D’Annunzio, concedendo il permesso di atterrare, salvo poi bloccare i piloti dei velivoli una volta che la situazione era divenuta chiara. Piloti che sono stati trattenuti in aeroporto, tanto che è stato necessario richiedere l’intervento della Farnesina.

L'aereo in volo su Pescara
Per quelli provenienti da Pescara, partiti alle 11 dallo scalo cittadino e che come da programma avevano lanciato volantini con frasi scritte dal poeta su piazza Salotto, non c’è stato nulla da fare. Lo spazio aereo croato è stato chiuso e non hanno avuto altra scelta che tornare a casa, per la delusione di chi era lì in attesa ma anche del presidente dell’associazione Fly Story Eugenio Sirolli: «Ci siamo trovati davanti ad una situazione assurda. Doveva essere una giornata di festa, i croati invece hanno reagito male. Chi è arrivato a destinazione mi ha parlato di un clima molto teso, modi bruschi, poche spiegazioni e mancanza di collaborazione. Pare che il tutto sia stato innescato da una bandiera italiana esposta a Rijeka. Tuttavia, quando c’è un piano di volo concordato non si può venire meno, salvo per gravi motivi, che non ricorrevano». E conclude: «Rijeka si è candidata come capitale europea della cultura per il 2020, ma con questa mentalità la vedo veramente dura».

Il testo di uno dei volantini lanciato in piazza Salotto

Va detto che l’evento di D’Annunzio, visto come un eroe dalle nostre parti, ha agitato le acque e i rapporti diplomatici tra i due paesi, come confermato da una nota del governo croato recapitata all’ambasciatore italiano a Zagabria, che fa anche riferimento all’inaugurazione della statua che la città di Trieste ha voluto dedicare al vate ieri mattina: «Condanniamo nel modo più deciso l'inaugurazione della statua di Gabriele D'Annunzio, proprio nella giornata che marca il centenario dell'occupazione», scrive il ministero degli Esteri croato. Che poi continua: «Contribuisce a turbare i rapporti di amicizia e di buon vicinato tra i due Paesi».
Poco prima infatti, nella centralissima piazza Della Borsa, era stato tolto il velo alla statua in onore del poeta pescarese, alla presenza del sindaco triestino Roberto Dipiazza. L’opera lo ritrae a gambe accavallate seduto su di una panchina mentre è assorto nella lettura, con il gomito del braccio, appoggiato su di una pila di libri.
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