De Luca a Pescara «Il mio romanzo omaggio a Napoli»

L’autore de “La doppia vita dei numeri” domani protagonista dell’ultimo incontro

PESCARA. Prosegue a Pescara il Festival delle Letterature dell'Adriatico, e lo fa oggi con appuntamenti di rilievo: si parte con la presentazione del libro di Daniela Farnese, “Via Chanel n°5”, neo best-seller pubblicato da Newton Compton come sorta di “manuale di sopravvivenza per ragazze”; si prosegue con il fuoco incrociato di due dibattiti, che a distanza di sale e orari vedranno i noti giornalisti Mattia Feltri (La Stampa) e Concita De Gregorio (La Repubblica) rispettivamente impegnati su “Cosa succede a destra” e “Cosa succede a sinistra”. Arriverà invece domani in città l'ospite più atteso di questa decima edizione, lo scrittore napoletano Erri De Luca «che finalmente siam riusciti ad avere a Pescara, rispondendo a una fortissima esigenza che il pubblico del festival ha espresso con affettuosa partecipazione», dicono Vincenzo D'Aquino e Giovanni Di Iacovo, organizzatori dell'evento. Erri De Luca, che non ha bisogno di biglietti da visita presso i lettori, sarà domani in città per presentare il suo nuovo libro, “La doppia vita dei numeri” (Feltrinelli), testo teatrale dedicato alla sua Napoli, città “ammuìna”, che fa moine e scene, «ammuìna di voci e di conversazioni che si svolgono contemporaneamente e il cittadino sa partecipare di tutte quelle intorno», scrive nell'introduzione l'autore. Omaggio sincero a Eduardo De Filippo, maestro di ironia e amarezza, tributo essenziale alla scrittura come questione di voce e orecchio.

“La doppia vita dei numeri”, omaggio a quell'immenso teatro che è Napoli, città che lei a tratti sembra quasi ringraziare per averle donato il ritmo della scrittura...

«È così. Il racconto è sicuramente un omaggio al luogo, il luogo che durante la vigilia di Capodanno, intorno, sta sparando i suoi fuochi artificiali e si sta facendo sentire in maniera esplosiva, come durante tutto il resto dell'anno si fa sentire in maniera acustica... Perché Napoli è ammuìna, confusione, chiasso, densità abitativa. Vede, è per questo che Napoli non mi ha tanto insegnato a scrivere, bensì ad ascoltare, ha trasformato il mio orecchio nell'organo principale della mia conoscenza. Oggi magari ci si informa soprattutto attraverso la vista, mentre io ho imparato le storie, le vite, le voci attraverso i muri di tufo che non separavano, ma univano lo spazio, ovunque. Con l'orecchio non puoi difenderti. E' da questa grancassa sonora che proviene la mia scrittura: le mie storie, in fondo, sono tutte orali. Le mie frasi hanno la lunghezza del fiato che ci vuole a pronunciarle».

Nel prologo al testo lei scrive “Il teatro è un racconto in cui scompare lo scrittore”. Lei è veramente scomparso in questo libro o vi sono delle malcelate incursioni autobiografiche?

«Quando scrivo, in genere, più che scomparire io divento il posto e la storia che si svolge. Sono il luogo in cui le persone si ritrovano, perché io non invento personaggi... “Approfitto” delle vite degli altri, come in questo caso, dove troviamo le vite della mia piccola famiglia. Come dire? Sono il luogo in cui i miei personaggi si danno appuntamento».

Nel 2009 lei è stato invitato a Parigi per la promozione del turismo solidale in Abruzzo dopo il terremoto. Immagino che i suoi rapporti con la nostra regione siano stretti...

«Sono molto affezionato all'Abruzzo e ben felice di partecipare al vostro festival. Vengo spesso da voi, per diversi motivi. Le dico solo che la produttrice del mio cortometraggio “Il turno di notte lo fanno le stelle”, è teramana, sebbene viva e lavori a Los Angeles, ed è inoltre la mia principale collaboratrice. Mi fido molto di lei, quindi posso dire di avere un'alleanza in casa con l'Abruzzo!» (ride).

Pavese diceva che la letteratura è una difesa contro le offese della vita. E' d'accordo?

«Sì. Grazie alla letteratura ci si protegge meglio. Per esempio, pensi alla prigione: se disponi di un libro, beh, quello è il momento in cui tu non sei più in prigione. Solo in due momenti un individuo non è imprigionato: quando dorme e quando legge un libro. Ci si difende meglio con un libro».

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