Di Maio: fondi pronti per il raddoppio della Pescara-Roma 

«Subito un decreto taglia-bollette, l’80% lo paghi lo Stato Serve anche applicare un tetto massimo al prezzo del gas»

Non avrebbe mai immaginato, solo alcuni mesi fa, di correre a braccetto del Partito democratico e contro quel Movimento 5 Stelle di cui è stato leader per anni. Le giravolte della politica, però, lo vedono a capo di un nuovo partito, Impegno civico, pronto al debutto elettorale in alleanza con i Dem e altre forze di sinistra. L’attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, affronta temi nazionali e locali in vista del voto del 25 settembre.
Ministro Di Maio, il tema delle bollette è la priorità assoluta. Da più parti arrivano sollecitazioni affinché il governo vari lo scostamento di bilancio, ma su questo l’esecutivo è di diverso avviso. Ci spiega il motivo?
A me risulta che anche su questo il trio sfascia conti Salvini-Meloni-Berlusconi sia in disaccordo. Nel frattempo però cittadini e imprese continuano a pagare bollette spropositate, ma la cosa grave è che continuano a pagarle a Putin. Occorrono soluzioni concrete e rapide, infatti al governo stiamo intervenendo con il nuovo decreto per calmierare l’aumento dei prezzi e con la proroga del taglio delle accise sulla benzina fino al 5 ottobre. Venendo allo scostamento, con il governo abbiamo già dimostrato che, grazie alla crescita, possiamo fare decreti senza fare più debito. Non possiamo fare continui scostamenti e far pagare il prezzo ai cittadini.
Le emergenze del lavoro e il carovita stanno provocando forti problemi alle famiglie italiane e abruzzesi. Qual è allora la soluzione da attuare subito per evitare un autunno caldo dal punto di vista sociale ed economico? La decisione dell’Unione europea di porre un tetto al prezzo del gas e del petrolio russo, che ha provocato una reazione stizzita da Mosca, è la strada giusta per limitare danni economici all’Italia?
Per noi di Impegno Civico servono due passaggi fondamentali. Il primo, il giorno dopo le elezioni bisogna fare un decreto Taglia-Bollette con cui lo Stato paga l'80% delle bollette delle famiglie del ceto medio e in povertà e di tutte le imprese, dalla piccola attività alla grande azienda, fino alla fine dell'anno. Per la parte delle imprese servono 13,5 miliardi, che prendiamo dai maggiori incassi dello Stato, ad esempio, su Iva e accise derivanti dall'inflazione. Dobbiamo salvare 120mila imprese che rischiano di chiudere e 370mila lavoratori che rischiano il posto. Questi sono i numeri dati da Confcommercio. Poi serve il tetto massimo al prezzo del gas, lo diciamo da mesi e Salvini e alleati dovrebbero spiegare perché sono contrari o indifferenti, permettendo che imperversino le speculazioni sul prezzo del gas.
Non ritiene che le trivelle in Adriatico, per esempio, possano costituire una soluzione per evitare l’eccessiva dipendenza dall’estero nell’approvvigionamento del gas?
La questione energetica è in cima alle priorità, entra nella vita quotidiana di tutti, cittadini e imprese, ed è una questione complessa. Il mio appello è quindi di non ridurre tutto a un “favorevoli o contrari” tout court. Noi abbiamo davanti tre obiettivi: contenere i prezzi; ridurre i consumi di gas puntando per il futuro sulle fonti rinnovabili; garantire il minor impatto possibile sull'ambiente. Ecco, per riscoprire il ruolo della produzione sostenibile di gas nazionale e utilizzare appieno gli impianti estrattivi in funzione, dobbiamo necessariamente coniugare queste tre esigenze.
I trasporti limitano la mobilità in Abruzzo a causa dei tempi medievali di percorrenza della ferrovia. Lei, in una passata campagna elettorale con Alessandro Di Battista, andò alla biglietteria della stazione di Pescara e si meravigliò, giustamente, del tempo di percorrenza del treno per Roma. Concretamente cosa si può fare per risolvere l’annoso problema?
Con le ultime leggi di Bilancio e grazie al Piano di Ripresa e Resilenza, al governo abbiamo trovato le risorse per investire sulla tratta Pescara-Roma. Il tempo di percorrenza di due ore è l'obiettivo finale. Questa è un'opera strategica prioritaria, compatibilmente con le esigenze dei territori. Sulle ferrovie, è di pochi giorni fa la notizia dello stanziamento di altre risorse per la velocizzazione della Bologna-Bari. Dunque il Pnrr è l'elemento centrale. Peccato però che Salvini e Meloni dicano di volerlo rinegoziare. Si, avete capito bene: dopo che il governo ha rispettato tutte le scadenze e messo a terra i progetti per i territori, loro vogliono stravolgere tutto, magari per dirottare al Nord risorse già previste per il Centro-Sud. Follia pura. Così rischiamo di perdere la faccia, ma soprattutto i soldi.
Il suo nuovo partito, Impegno civico, è nelle fasi embrionali e può contare su una consistente forza a livello parlamentare. Al contrario, i sondaggi (che naturalmente sono puramente indicativi) non sembrano premiarvi. Come interpreta questo orientamento?
Siamo determinati e ottimisti, andremo oltre il 6%. Impegno Civico è una forza politica appena nata, ma non per questo meno convinta nel portare avanti le sue proposte. Vogliamo aiutare gli under 40 a comprare casa e per acquistarla i soldi li anticipa lo Stato, che farà anche da garante al 100%. Un altro provvedimento necessario per noi è l'azzeramento dell'Iva su tutti i beni alimentari, della natalità e farmaceutici.
Lei è stato molte volte in Abruzzo e una parte dell’ex Movimento 5 Stelle, a partire dall’ex candidata alla presidenza della Regione, Sara Marcozzi, l’ha seguita nella sua nuova avventura. Come pensa di riorganizzare il suo nuovo movimento nella nostra regione?
Lo ribadisco, partiamo dai territori e dalla società civile. Diamo spazio a chi si vuole impegnare con proposte serie, concrete e realizzabili. Impegno Civico vuole valorizzare, nei fatti, quella parte di Paese che il presidente Mattarella ha definito come i volti e le braccia della Repubblica. Sindaci e amministratori locali, che sono il perno del governo dei territori. Il nostro motto è "Difendiamo la libertà". La libertà dei cittadini, delle imprese, di chi amministra ogni giorno tra mille difficoltà.
Ci spiega la scelta di dare luogo a una scissione dal Movimento 5 Stelle, che lei e una settantina di parlamentari avete fatto a giugno scorso?
A giugno la forza politica di cui facevamo parte, passata ormai da Movimento 5 Stelle a partito di Conte, riceveva endorsement dell'ambasciata russa sulla risoluzione Ucraina. Poco dopo quel partito padronale ha fatto cadere il governo, con le conseguenze drammatiche, a livello economico e non solo, che tutti purtroppo stiamo toccando con mano. Oltre settanta parlamentari, insieme a me, hanno deciso di andare via dal partito di Conte, con l'obiettivo di continuare a governare per cambiare le cose. Del resto, nel “fu Movimento 5 Stelle” a breve non rimarrà più nessuno, da Fico a Di Battista. Conte comunque continua a trascorrere le sue giornate ad attaccarmi, proprio come fanno Calenda e Salvini. Mi dispiace, ma io ho altre preoccupazioni, come ridare al Paese un governo in cui riusciamo, ad esempio, a potenziare il servizio di medicina territoriale, con l'assunzione di altri infermieri e medici.
Sul Reddito di Cittadinanza, da destra arriva la proposta di mantenerlo solamente per disabili e inabili al lavoro. Lei cosa ne pensa? Difende questa misura?
In calce alla legge sul Reddito di Cittadinanza c'è la mia firma. Difendo una misura che ha preso per mano milioni di cittadini in grande difficoltà, anche in momenti durissimi come la pandemia.Il Reddito non va estirpato in modo cieco dal Paese, ma migliorato e rafforzato, intervenendo su quello che non ha funzionato. La verità è che i centri per l'impiego non hanno funzionato e allora dobbiamo introdurre meccanismi grazie ai quali mettere direttamente in contatto imprese e lavoratori.
In caso di non vittoria da parte del centrodestra, lei ritiene possibile un riavvicinamento con Conte e con il Terzo Polo in prospettiva di un nuovo governo, magari a guida Draghi?
Il presidente Draghi è una risorsa per tutto il Pese. Al netto di questo, penso che la coalizione progressista, di cui facciamo parte, sia l'unica che può battere il trio sfascia conti Salvini-Meloni-Berlusconi. La soluzione non sono, infatti, le liste solitarie. La soluzione non è auto isolarsi e auto escludersi, perché ai cittadini bisogna dare soluzioni, non polemiche.
L’Italia, e l’Abruzzo nello specifico, sta favorendo il fenomeno del reshoring, e cioè il ritorno in Italia di aziende precedentemente delocalizzate all’estero. Ritiene che possa essere un argomento forte per combattere la crisi del lavoro?
Con il decreto Dignità eravamo già intervenuti sulle delocalizzazioni. Nel frattempo il mondo è cambiato almeno altre due volte, a causa di eventi straordinari e drammarici come pandemia e guerra. Posso dirle che sul tema lavoro per noi c'è una priorità assoluta: i lavoratori, giovani e meno giovani, devono finalmente percepire un salario minimo e dignitoso, basta con paghe a 2 o 3 euro l'ora, dobbiamo cambiare questa stortura e dobbiamo farlo insieme alle aziende. Il salario però deve essere anche equo, perché chi ha investito anni e anni di sacrifici per formarsi deve ricevere uno stipendio calibrato sulle sue competenze. Quest'ultimo punto siamo solo noi di Impegno Civico a proporlo. Bisogna creare sempre più posti di lavoro, e su questo l'export può essere determinante. Mi sono battuto per creare uno strumento come il Patto per l’Export, che ci ha permesso di raggiungere il record assoluto di esportazioni nella storia del Paese, con 516 miliardi di euro di valore. Più vendita di Made in Italy nel mondo significa più posti di lavoro in Italia. Questa è la realtà e fa parte delle risposte concrete che diamo al Paese.
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