PESCARA

Domani sciopero e corteo dei corrieri Sda-Poste

L'iniziativa a seguito dello stato di agitazione sulla gestione dei subappalti, delocalizzazione e indennità

PESCARA. Una giornata di sciopero con corteo per le vie del centro di Pescara in programma domani giovedì 1° giugno da parte dei corrierri della filiale Sda Poste Italiane. Il corteo muoverà dalla sede della filiale in via Salara Vecchia in direzione della sede delle poste centrali in corso Vittorio Emanuele.

La manifestazione è stata organizzata dalla Cisal per dare seguito alla riunione dei rappresentanti sindacali SDA d’Italia (appoggiati da tutte le sigle sindacali confederate e non che rappresentano). La manifestazione inoltre appoggia le iniziative di sciopero che si sono svolte e si terranno in altre filiali SDA-POSTE ITALIANE del territorio nazionale.

Come si legge in una nota, il corteo sfilerà per le vie della città fino ad arrivare alla sede delle poste centrali di Pescara "portando a conoscenza e palesando le seguenti tematiche":

 1.     INTERNALIZZAZIONE DEI DIPENDENTI: con lo scopo di ottenere trattamenti economici più omogenei e più elevati in tutto il territorio italiano, contemporaneamente alla riduzione del numero delle ditte appaltatrici.

 2.     NO ALLA DELOCALIZZAZIONE DI SDA: bloccare lo spostamento di merci e servizi da parte di sda-Poste Italiane a corrieri a basso costo come MILKMAN, NEXIVE, POSTE ITALIANE con conseguente richiesta di apertura di procedure sulla riduzione del personale.

 3.     NO AD APPALTI AL RIBASSO E SUBAPPALTO: con conseguente frammentazione della filiera.

 4.     SI ALL’ATTIVAZIONE DI UNA INDENNITA’ DI DISAGIO: valutabile in 700 euro per cambio appalto o cambio denominazione che producono doppi CUD.

"Non vogliamo esagerare - sottolineano l’avv. Rodrigo Verticelli (Commissario Cisal -Abruzzo)  e Germano Pedicini (Rsa Cisal Terziario) - ma nel mondo della logistica e trasporti, ed in particolar modo ciò che riguarda la sfera SDA-POSTE ITALIANE, si stanno attuando politiche di lavoro definibili scorrette, che non valorizzano ma anzi declassano il patrimonio lavorativo rappresentato dai corrieri".