Duro lavoro per i custodi della sicurezza

Gli addetti autostradali in mezzo al traffico con la neve e con il sole per 1.500 euro al mese
AVEZZANO. Il loro lavoro è sulla strada. Sono pronti a intervenire sia quando il pericolo è la neve, durante l’inverno, sia sull’asfalto bollente delle torride estati di agosto. Sono gli operai autostradali, che si occupano del settore manutenzione, della segnaletica, e di tante mansioni che permettono alle autostrade di funzionare nel migliore dei modi. Si tratta di un mestiere particolare, che fa capo al “Contratto collettivo nazionale di lavoro per il personale dipendente da società e consorzi concessionari di autostrade”. Non semplici operai, ma impiegati nel settore dei servizi, con uno stipendio decoroso, che si aggira intorno ai 1.500 euro al mese, anche di più. Sono tante le loro attività nel corso della giornata, che va dal mattino alle 8 fino alle 16.30. A loro spetta la manutenzione di ogni struttura che si trova sulla carreggiata, come ad esempio la segnaletica. Ma si occupano, insieme ai tecnici, anche di allestire deviazioni in caso di incidenti, oppure quando è necessario intervenire per dei lavori. Hanno anche la responsabilità di riparare le recinzioni, fondamentali per la sicurezza degli automobilisti poiché evitano l’accesso in autostrada di fattori che mettono a rischio la viabilità, come animali vaganti. Senza dimenticare la collaborazione al servizio di organizzazione del piano neve con i mezzi dell’autostrada a supporto della società responsabile. In tante occasioni Lucio Battaglia (50) e Aurelio Olarini (59) avevano partecipato a tali attività, anche durante le nevicate più importanti degli ultimi anni. E spesso lavoravano insieme, così come l’altro operaio rimasto ferito, Raffaele Santoro. Un gruppo di una decina di persone la squadra che si occupa di quel tratto di strada e quindi le due vittime spesso stavano insieme. Olarini con più esperienza e più anni sulle spalle, Battaglia più giovane, anche lui con un bagaglio professionale importante, ma che sapeva cogliere i consigli utili dall’altro operaio. Tutte le operazioni in autostrada devono essere svolte almeno da due operai, proprio per seguire un protocollo di sicurezza che permette di compiere ogni operazione senza rischi per loro e per gli automobilisti. In questa tragica occasione erano addirittura in tre. Spesso il mezzo su cui viaggiano gli operai si ferma per rimuovere degli ostacoli abbandonati sulla carreggiata dove si trova di tutto, dai barattoli ai seggiolini, e recentemente, proprio sull’A/25, è stata trovata una bicicletta. Secondo la ricostruzione anche stavolta il camioncino si era fermato per rimuovere qualche oggetto. Non potevano immaginare quello che stava per accadere, proprio in quel punto. Una tragica fatalità e un’auto gli piomba addosso. È il rischio del mestiere, un mestiere che si fa in sicurezza ma che, come tanti altri impieghi, ha sempre una percentuale di pericolo che non si può evitare.
Pietro Guida
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