Ecosfera, Andreola chiede raccomandazioni a Nasuti

La “zarina” al consigliere regionale di Castel Frentano: "Chiama Miccichè per sbloccare il cantiere del mio parco fotovoltaico". La richiesta di intervento intercettata dalla Mobile di Pescara
PESCARA. «E mi raccomando diglielo a Miccichè». È con queste parole, secondo la squadra mobile di Pescara, che la dirigente regionale Vanna Andreola chiede una «raccomandazione» per sbloccare il progetto di un parco fotovoltaico su un suo terreno di 33 ettari in provincia di Salerno: un progetto che, dice Andreola al telefono, è fermo «dopo che ho speso non so quanti soldi». Così, Andreola detta “zarina”, finita ai domiciliari per l’inchiesta Caligola su presunte tangenti e appalti europei legati alla società Ecosfera di Roma, ne parla con il consigliere regionale di Castel Frentano Emilio Nasuti, ex Pdl vicino a Forza del Sud ed estraneo all’indagine.
L’intercettazione risale al 4 marzo dell’anno scorso ed è contenuta in un rapporto della polizia trasmesso alla procura dell’Aquila: per l’accusa, Andreola, indagata per corruzione insieme ad altri dieci tra politici e imprenditori, discute con Nasuti di una «storia di Lanciano» e poi «coglie l’occasione di chiedere una raccomandazione» per interessare il sottosegretario del governo Berlusconi, Gianfranco Miccichè, del «suo progetto del fotovoltaico atteso che», sottolinea l’informativa, «si stavano incontrando degli ostacoli nella sua realizzazione». La telefonata tra Andreola e Nasuti inizia così.
Andreola: «Non mi vuoi più bene preside’?».
Nasuti: «Lo sai che ti voglio bene... come no».
Poi il colloquio prosegue parlando di politica e del parco fotovoltaico che Andreola vuole fare ad Acquara. «Ma vai con Miccichè? È vero?», domanda Andreola. «Stiamo lavorando», risponde Nasuti. E Andreola rivela: «Io sono sudista... a tutti gli estremi... lo sai! Peraltro Miccichè lo conosco bene... c’ho avuto molto a che fare quando faceva il sottosegretario alle Politiche europee». La telefonata prosegue.
Andreola: «Digli, no... sai perché... se ci puoi parlare...».
Nasuti: «Sì... come no».
Andreola: «Io per esempio stavo facendo un’operazione su un terreno di mia proprietà a Salerno proprio per un impianto fotovoltaico... abbiamo speso...».
Andreola parla del «limite» posto dal governo.
Andreola: «E lo so... però il limite del 10 per cento sui terreni agricoli è una follia... perché io ho un terreno che non è mai stato coltivato dove ci sono gli alberi però non è in disuso e, quindi, io ho 33 ettari faccio solo 3 ettari».
Nasuti: «È una follia pura».
Andreola: «Dopo che ho speso non so quanti soldi per il progetto... io e l’impresa».
L’«impresa» di cui parla Andreola è la Digis energia srl: una società che ha ottenuto appalti dalla Regione Abruzzo. In un colloquio con Andreola, il titolare della Digis, Nicola Cesare (non indagato), parla del parco fotovoltaico bloccato: «Ci vuole la politica, capito? Perché se non parliamo con la politica, nel senso buono e corretto del termine, cioè chi comanda e stabilisce le regole... e questo vale in generale nella pubblica amministrazione... purtroppo, come tu sai». «Lo so», risponde Andreola.
Tornando al dialogo Andreola-Nasuti, il consigliere dice: «Ci vediamo e ti ci faccio parlare». La telefonata si chiude con Andreola che ricorda: «E mi raccomando diglielo a Miccichè». E Nasuti assicura: «Come no... certo che glielo dico».