Edifici storici a rischio, il Tar toglie i vincoli

Accolti i ricorsi di Ance, Sciarra e D’Andrea contro la variante al prg che bloccava nuove costruzioni

PESCARA. Alcuni edifici storici della città ora possono essere demoliti per far posto a nuove costruzioni. È questo l’effetto delle sentenze del Tar, in tutto quattro, che cancellano in un sol colpo la delibera di variante al prg, adottata dal consiglio comunale il 14 marzo dell’anno scorso, per tutelare il patrimonio storico e architettonico della città.

I giudici hanno accolto il ricorso presentato da alcuni big del mattone, tra cui l’Ance, cioè l’associazione dei costruttori e gli imprenditori D’Andrea e Sciarra. Il tribunale amministrativo, in sostanza, ha messo in evidenza una serie di incongruenze nella delibera, tra cui il fatto che gli edifici storici per poter essere vincolati necessitano dell’autorizzazione del ministero dei Beni culturali e architettonici e non, quindi, solo del parere del Comune.

Nel dicembre scorso, si era pronunciato anche il Consiglio di Stato su questo argomento, accogliendo il ricorso presentato dalla ditta Trave per eliminare i vincoli su villa Agresti. Ora sarebbero in pericolo, secondo l’ex consigliere di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, promotore della delibera annullata, la filanda Giammaria e alcuni edifici storici presenti a Borgo Marino nord e sud. Ma gli effetti delle quattro sentenze del Tar potrebbero essere molto più ampi. Potrebbero riguardare tutti, o quasi, gli edifici storici.

È ciò che temono l’amministrazione comunale e lo stesso Acerbo. «Eravamo pronti a questa evenienza a seguito della recente sentenza del Consiglio di Stato su villa Agresti, andata nella medesima direzione del Tar», ha commentato il sindaco Marco Alessandrini, «tanto è vero che è già da tempo calendarizzato, per venerdì prossimo, un incontro con l’avvocato Tommaso Marchese, il legale che ha assistito l’ente dinanzi al giudice di secondo grado, per approfondire la sentenza e assumere ogni conseguenziale iniziativa».

Preoccupato è apparso anche Acerbo dopo aver letto le quattro sentenze. «Non mi preoccupa tanto che l’adozione venga annullata per cavilli legati alla normativa antisismica», ha affermato l’esponente di Rifondazione, quanto la motivazione riguardante il fatto che, secondo i giudici, il Comune non potrebbe procedere per imporre vincoli su singoli edifici. Francamente, non convince la tesi che solo le soprintendenze possano apporre vincoli su singoli edifici». «Queste sentenze», ha concluso, «segnano una vittoria dei costruttori, che potranno demolire edifici vincolati dal Comune per sostituirli con palazzine e palazzoni».

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