Favori in cambio di voti Pignoli è sotto inchiesta

Perquisita la casa del consigliere della Lista Teodoro, sequestrati 2 pc in ufficio

PESCARA. Ore 8: cinque carabinieri in borghese suonano alla porta di casa del consigliere comunale Massimiliano Pignoli. Hanno in mano un decreto di perquisizione e contestuale sequestro firmato dal magistrato. Poi, alle 9, si dirigono in Comune per andare a sequestrare carte e computer al gruppo consiliare della Lista Teodoro-Scegli Pescara. È cominciata così la giornata più lunga e, forse la più drammatica, di Massimiliano Pignoli, il consigliere della Lista Teodoro già indagato da alcun mesi con l’accusa di presunto voto di scambio.

Le indagini, coordinate dal pm Anna Rita Mantini (nella foto a destra), sono partite da un esposto presentato intorno ai primi di giugno, durante il ballottaggio per la scelta del sindaco, dal capogruppo di Forza Italia Marcello Antonelli. In quell’esposto si ipotizzano favori, o più precisamente promesse di posti di lavoro, in cambio di voti. Nel decreto di sequestro si ipotizzano i reati di peculato, articolo 314 del Codice penale e di voto di scambio, articolo 96 del Testo unico delle leggi elettorali. In sostanza, secondo l’accusa, il consigliere avrebbe promesso posti di lavoro, sembra in Attiva, la società dei rifiuti del Comune, a persone disoccupate in cambio di voti.

Così, ieri l’indagine della magistratura si è concretizzata con un blitz dei carabinieri per andare a perquisire e sequestrare materiale dell’indagato utile all’inchiesta. Gli uomini dell’Arma si sono presentati prima in casa dell’indagato, creando grande apprensione e preccupazione tra i suoi familiari. Lì hanno portato via un computer. Poi, si sono diretti in Comune. Ma una volta entrati in municipio il consigliere ha avvertito un lieve malore ed è stato soccorso da un’ambulanza del 118, giunta sul posto dopo la telefonata di un addetto alla vigilanza. Pignoli si è subito ripreso e i carabinieri hanno potuto cominciare il loro lavoro nella stanza del gruppo consiliare. Gli uomini dell’Arma hanno spulciato documenti cartacei e quelli archiviati nei computer. Nel frattempo, Pignoli è stato raggiunto da uno dei suoi due legali, l’avvocato Melania Navelli (nella foto in alto al centro). L’altro legale è Augusto La Morgia (nella foto sopra). La perquisizione è andata avanti per circa tre ore, con il divieto assoluto agli estranei di entrare. Alla fine, i carabinieri hanno sequestrato un computer e dei documenti, tra cui alcuni curriculum che il consigliere comunale custodiva in una cartellina. Andati via i carabinieri, Pignoli, molto provato per l’accaduto, ha avuto un breve colloquio con il suo avvocato Navelli. «Io non c’entro niente in questa vicenda», ha affermato il consigliere, «è tutto un equivoco. È questo il trattamento per aver aiutato tanta gente bisognosa». Duro il commento del suo difensore. «L’indagine parte da un esposto durante le elezioni», ha detto la Navelli, «è chiaro che si tratta di un attacco politico strumentale. Pignoli ha preso 1.400 voti, è quindi considerata una persona che dà fastidio». La mattinata è terminata con l’abbraccio del leader della lista civica Gianni Teodoro a Pignoli in segno di solidarietà. Nel pomeriggio, i carabinieri sono tornati in Comune per sequestrare altro materiale.

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