Forzisti e alleati brindano in Abruzzo: ecco i volti della vittoria 

In testa c’è Silvio Berlusconi, ma c’hanno creduto anche Salvini e Meloni. Biondi (L’Aquila), De Angelis (Avezzano), Magnacca (San Salvo) i sindaci simbolo

PESCARA. Lui c’ha messo la faccia. Silvio Berlusconi può intestarsi di sicuro questa insperata vittoria del centrodestra in Abruzzo. Il presidente di Forza Italia fino all’ultimo si è esposto con appelli e interviste (quella al nostro giornale è di venerdì 23) a favore di Pierluigi Biondi all’Aquila e di Gabriele De Angelis ad Avezzano. Candidati che hanno messo certamente molto del loro, non abbassando la guardia fino all’ultimo, nonostante il punitivo risultato del primo turno. Dice Fabrizio Di Stefano, deputato di Forza Italia: «In entrambi i casi i due candidati hanno saputo dare al ballottaggio quella carica indispensabile per vincere una sfida a due: De Angelis, con il suo piglio manageriale, figlio della sua professione (il nuovo sindaco di Avezzano è un dirigente assicurativo, ndr), ha saputo trasmettere la voglia di vincere con e per la città. Quanto a Pierluigi Biondi non posso parlare perché sono di parte; lo conosco ormai da quando ha collaborato con me in Regione, e da allora quel peculiare rapporto non è mai venuto meno».

leggi anche: Pagano (FI): «Berlusconi decisivo All’Aquila ci ha messo la faccia» L’AQUILA. Il nuovo primo cittadino del capoluogo di regione, Pierluigi Biondi, candidato del centrodestra, aveva già «la vittoria in tasca». Quella del primo turno è stata soltanto una “apparente...

Di riflesso può festeggiare il coordinatore regionale di Forza Italia Nazario Pagano che domenica è volato all’Aquila e poi, all’una di notte, ha chiamato Berlusconi per condividere la vittoria e ricordargli che è pronto a scendere in campo per le politiche del 2018. Una telefonata notturna al presidente è partita anche dal cellulare della senatrice azzurra Paola Pelino: «L'ho sentito quando la vittoria è diventata ufficiale. Le sue congratulazioni ci ripagano pienamente del lavoro di questi mesi e ci obbligano a non deludere minimamente le aspettative degli elettori».
Ma può cantare vittoria anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, nel cui partito milita il nuovo sindaco dell’Aquila. Ieri Meloni e Biondi hanno brindato insieme e rinnovato la vecchia amicizia: «Volevo guardarlo negli occhi, sono particolarmente fiera. È stata una vittoria inaspettata...ma per gli altri», ha detto la Meloni abbracciando Biondi. «Siamo cresciuti insieme, mi ha già fatto l’elenco delle cose che deve fare. Ora dobbiamo essere all’altezza del compito. È bello vincere ma le idee vanno trasformate in mattoni».

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Brinda anche Luigi D’Eramo (ex La Destra di Storace e ora con Noi con Salvini) che ha guadagnato in Consiglio quattro seggi grazie all’ottimo 7,6 per cento della lista e a 2.585 voti. Tanti per un partito che è la filiazione centro-meridionale della Lega Nord. Ma anche Matteo Salvini, d’altra parte, c’ha messo la faccia, mantenendo costantemente il contatto con questo territorio. E non solo in campagna elettorale. Tra i protagonisti della vittoria del centrodestra in Abruzzo non va dimenticata la sindaca di San Salvo Tiziana Magnacca, rieletta al primo turno con quasi il 66% dei voti. Biondi e Magnacca, ma anche De Angelis ad Avezzano, sono sicuramente gli emergenti del centrodestra di questa tornata elettorale. Ma sono anche le spie di un problema che il centrodestra, e in particolare Forza Italia, sono chiamati ad affrontare. Magnacca ha vinto senza i simboli forzisti nelle liste. Biondi è di Fratelli d’Italia. De Angelis non aveva liste azzurre, ma una lista Forza Avezzano che ha anche spaccato il partito. Ed era appoggiato da pezzi della maggioranza di centrosinistra in regione (Andrea Gerosolimo in testa). A Ortona Forza Italia (Forza Ortona) non è andato al ballottaggio con Peppino Polidori. E comunque si sono viste ben poche bandiere azzurre nei 50 comuni abruzzesi al voto. E all’Aquila, che è la vittoria simbolo del centrodestra, Forza Italia tocca appena il 10 per cento, anche se è primo partito della coalizione con 3.899 voti e primo in Consiglio con sette seggi. Si potrebbe dire che, fatto il centrodestra, ora bisogna fare Forza Italia.
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