I balneatori difendono la sabbia

«Ripascimento di prima qualità». Ma ora temono un danno d'immagine

PESCARA. C'è chi il ripascimento lo aspettava da 8 anni e ora che nel bel mezzo dei lavori, e a ridosso della stagione, la Procura ha aperto un'inchiesta per verificare se la sabbia, dragata nel porto turistico, sia inquinata, i balneatori della riviera sud tremano e si difendono. Tremano perché, come scrive il coordinatore Fiba Confesercenti Ciro Gorilla, «al danno reale rischia di aggiungersi un preoccupante danno d'immagine. Per questo chiediamo alla magistratura la massima celerità: stiamo parlando del lavoro di decine di famiglie fra titolari e addetti».Ma si difendono anche, i balneatori: «Mai vista una sabbia così pulita».

TRE CONSULENTI E se già le analisi dell'Arta avevano dato risultati positivi dal punto di vista batteriologico e granulometrico, è proprio sulla qualità della sabbia prelevata dal dragaggio del porto turistico e «risparata» nel tratto di spiaggia tra fosso Vallelunga e il confine con Francavilla che, sulla base di un esposto, la Procura per poter campionare e analizzare il sedimento ha iscritto nel registro degli indagati, per distruzione o deturpamento di bellezze naturali, 5 persone tra cui il neo presidente del porto turistico, il direttore dei lavori, il geometra e l'amministratore dell'impresa veneziana che si è aggiudicata i lavori per 162mila euro. Ed è per questo che al consulente tecnico nominato dalla Procura, il Marina di Pescara ha risposto nominando per le stesse analisi i suoi consulenti, e cioè la professoressa Maria Zambeletti, del Politecnico di Torino e D'Alessandro di Ortona.

ORGOGLIO E RABBIA Nel frattempo, sale l'esasperazione dei balneatori che, a differenza dei colleghi più a nord, non hanno ancora messo gli ombrelloni. «I lavori dovevano essere finiti il 15 maggio» lamenta il titolare del Corallo Alessio Pacchione, «e invece da noi, se tutto va bene, dovrebbero arrivare mercoledì. Poi, prima di poter spianare la sabbia, occorrono almeno altri sei giorni per farla asciugare, e intanto arriveremo impreparati alla festa del 2 giugno. Perché questa zona è l'unica che ancora non mette gli ombrelloni. La verità è che bisognava muoversi prima con i lavori. Erano saltati a maggio scorso, li avevano promessi per settembre e adesso eccoci qua, ancora in attesa e con la Procura di mezzo». E ancora: «Rispetto al ripascimento di sei anni fa è una sabbia super, molto più gialla».

«È sabbia di prima qualità», sostiene Sandro Lemme, titolare della Playa e balneatore da tre generazioni, che spiega: «È la prima volta che nella storia della balneazione pescarese si fa il ripascimento naturale morbido, senza trasporto del materiale. Si aspira con l'idrovora la sabbia e la si butta direttamente sulla spiaggia, miscelata con l'acqua. Prima di spianarla si aspettano dai 4 ai sette giorni perché aria e sole l'asciughino, purificandola dai colibatteri. Quella che stanno utilizzando, dalle analisi fatte, è risultata sabbia dragata al 98 per cento, una percentuale altissima, con solo il due per cento di probabile limo. È sabbia che le correnti da sud verso nord spingono nell'avanporto turistico: si è semplicemente riportato sulla battigia la sabbia spostata dalla natura. Se la magistratura vuole vederci più chiaro benvenga, ma da qui a dire che si stanno dragando i fanghi del porto turistico ce ne vuole. Piuttosto pensiamo all'abbattimento di costi: 2,50 euro al metro cubo contro i 20 euro pagati per la sabbia trasportata. L'importante è che lunedì si ricominci».

Ci spera Giancarlo Comignano della Caravella: «Aspettiamo il ripascimento da 8 anni», si sfoga, «e ancora stiamo aspettando. Noi, la Zattera e la Stella d'oro siamo quelli messi peggio, proprio al confine. Già 500 metri a nord hanno montato tutto, da noi è ancora il deserto. Da piangere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA