I lavori per il fiume rischiano lo stop per un permesso
Manca l’autorizzazione della Soprintendenza per ultimare l’opera. Il Comune teme ritardi, ma l’impresa rassicura
PESCARA. La mancanza di un permesso potrebbe bloccare i lavori in corso sulle due golene per il disinquinamento del fiume Pescara. L’impresa che sta svolgendo l’intervento si è accorta improvvisamente che, tra le tante carte e nulla osta rilasciati dalle autorità competenti, mancava un’autorizzazione fondamentale, quella della Soprintendenza alle belle arti e paesaggio d’Abruzzo. Lo stesso organismo, guidato dall’architetto Maria Giulia Picchione, che ha già bloccato la realizzazione del ponte del cielo, il nuovo stadio Adriatico, un museo con le opere della prestigiosa collezione Di Persio e, recentemente, l’abbattimento dei pini pericolanti in viale Regina Margherita.
E adesso l’amministrazione comunale teme ritardi nella conclusione dei lavori che, in base al cronoprogramma, dovrebbero terminare entro la fine di questo mese sulla golena nord ed entro maggio su quella sud.
Bisogna ricordare che questo intervento, chiamato Dk15 e realizzato per conto dell’Aca, è ritenuto importantissimo dall’amministrazione comunale per risolvere i problemi di inquinamento del mare. In pratica, si sta realizzando una condotta per convogliare al depuratore tutti gli scarichi fognari che sversano direttamente nel fiume.
I lavori, avviati alla fine dell’anno scorso prima sulla golena nord e ora su quella sud, sono arrivati ad una svolta importante. L’impresa Almacis, che insieme alla ditta Cobè ha ottenuto l’appalto per un milione e mezzo di euro, dovrà realizzare una condotta da far passare sotto il ponte D’Annunzio. Condotta che verrà coperta con un carterino per una questione di estetica. Ma per effettuare questo tipo di lavoro è necessario il parere della Soprintendenza e non è affatto scontato che sia favorevole. Se dovesse essere contrario, il cantiere sarebbe costretto a fermarsi.
Questo parere tuttavia, hanno fatto notare in Comune, doveva essere richiesto prima dell’avvio dei lavori. Invece, l’impresa avrebbe presentato l’istanza alla Soprintendenza solo alcune settimane fa. E la risposta, a questo punto, non è detto che arrivi immediatamente. Per questo motivo, l’amministrazione comunale teme ritardi nella conclusione dei lavori. Ma il rappresentante della Almacis Luigi Romandini ha assicurato che la sua impresa farà di tutto per non tardare la conclusione dell’opera. «A fine mese dovremmo chiudere i lavori sulla golena nord», ha rivelato, «comunque, non era compito dell’impresa richiedere l’autorizzazione alla Soprintendenza». Sta di fatto che una volta conclusa la golena nord, la ditta dovrebbe ultimare gli impianti di sollevamento a Cepagatti e Spoltore. Dopodiché, verranno completate le vasche realizzate sulla golena sud.
Ma il lavoro più grosso è quella sulla nord. È lì che verranno convogliati gli scarichi più grossi. Uno di questi è quello abusivo scoperto all’altezza di via Gran Sasso dove c’è il cantiere del ponte nuovo. In quel punto, è stata costruita una vasca provvisoria dove raccogliere i reflui che provengono dalla condotta di via Gran Sasso. La vasca viene svuotata sette-otto volte al giorno dalle autobotti dirette al depuratore. Fino a poco tempo fa gli scarichi, con una carica batterica pari a 5.800.000 unità di escherichia coli per cento millilitri d’acqua, finivano direttamente nel fiume.
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