I manager delle Asl a rapporto da Marsilio E D’Amico attacca

Il presidente striglia i dg alla vigilia delle commissioni di oggi E l’opposizione lo attacca: siamo di fatto già commissariati
PESCARA. A sorpresa c’è anche Claudio D’Amario, il direttore di Dipartimento Sanità che si è dimesso pochi giorni fa, nella riunione d’urgenza convocata, ieri mattina, da Marco Marsilio, nella sede della Regione in piazza Unione, alla vigilia delle Commissioni consiliari di oggi che dovranno esprimere il parere sui piani di rientro, “lacrime e sangue”, della quattro Asl. Il presidente della Regione, affiancato dall’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì, ha chiamato a rapporto i manager. Cordiale ma, allo stesso tempo, molto determinato, Marsilio si è rivolto a Ferdinando Romano (Asl L’Aquila), Vero Michitelli (Asl Pescara) e Maurizio Di Giosia (Asl Teramo) – unico assente Thomas Schael (Asl di Chieti) – rimarcando quei punti di criticità che compaiono ancora nelle loro manovre correttive, passate già al vaglio del Dipartimento Sanità, e che stanno per finire sul tavolo delle Commissioni Sanità e Bilancio, congiunte, per le audizioni dei sindacati, degli stessi dg e di chi sostituirà il dimissionario.
Il parere delle commissioni è vincolante, ma non sarà reso oggi, al termine di una riunione fiume e che vedrà l’opposizione armata fino ai denti, come fa prevedere il duro attacco del leader del Patto per l’Abruzzo, Luciano D’Amico, che riportiamo testualmente, per evitare di sfumarne l’incisività. «Commissariamento: finalmente diamo un nome allo straordinario modello sanitario abruzzese da esportare nelle altre regioni», esordisce D’Amico. «Dopo che nel corso della campagna elettorale il Centrodestra ne ha declamato le incredibili virtù, il modello sanitario “Marsilio-Verì” si disvela per quello che è realmente, una colossale bugia sepolta sotto un mare di perdite e in un oceano disservizi sostanzialmente incontrollabili: dopo aver dovuto coprire con urgenza la perdita 2023 per residui 68 milioni di euro, nella seduta della I e V Commissione convocate per oggi si dovrà prendere in esame l’insieme dei piani di rientro che dovrebbero contenere la perdita tendenziale per il 2024 prevista in 199 milioni entro il valore di 130 milioni, imponendo ai cittadini ulteriori e dolorosi sacrifici con tagli alla spesa farmaceutica e ai dispositivi medicali e, più in generale, all’assistenza sanitaria che questa sventurata Regione assicurerà sempre meno. La bugia Marsilio-Verì», attacca il capo dell’opposizione, «fa il paio con l’altra bugia, quella Meloni-Marsilio: ricordano gli abruzzesi quando la Presidente del Consiglio e il Presidente della Regione gridavano ai quattro venti che il sistema sanitario nazionale era stato finanziato come non mai e, grazie al Centrodestra, aveva raggiunto il massimo finanziamento di tutti i tempi? Era del tutto evidente», afferma, «che l’incremento nominale di gran lunga inferiore al tasso di inflazione nascondeva un decremento reale di risorse, ma tutto sommato l’oggettività del numero consentiva bene di prendere in giro i cittadini.
Così in Abruzzo, tra mobilità passiva di nuovo in aumento e lunghe liste di attesa, il modello sanitario da esportazione era ben inserito nella descrizione governativa dei trionfi dell’economia regionale che tuttavia, trionfo più, trionfo meno, risultava l’unica insieme all’economia dell’Umbria a non aver ancora raggiunto i livelli di produzione pre-Covid (ad oggi, - 1,3% del Pil). E in questa situazione drammatica», dice D’Amico, «si assiste a uno spettacolo paradossale: il vertice politico del Centrodestra, forse anticipando il commissariamento ministeriale, immagina fantasmagoriche strutture di missione, come se già non avesse il potere di gestire e controllare la sanità regionale; il direttore del Dipartimento Sanità si dimette, e i piani di rientro vedono le Asl l’una contro l’altra.
Come andrà a finire? È probabile che il Governo trovi 2 o 4 miliardi di finanziamento aggiuntivo alla sanità; da ciò dovrebbero derivare all’Abruzzo maggiori risorse per 40 o 80 milioni, e questo», conclude l’avversario di Marsilio, «eviterebbe il commissariamento immediato. Ma i tagli ai servizi continueranno e gli abruzzesi potranno curarsi sempre meno, mentre ci si vedrà nuovamente a discutere di questi temi in aprile-maggio 2025 quando ci saranno i consuntivi della spesa sanitaria del 2024 e si dovrà provvedere alla copertura della perdita complessiva. E saranno dolori».