I revisori bacchettano il Comune «Incassi Tares inferiori alle attese»

L’organo di controllo contabile: «L’ente in sofferenza di liquidità ricorre spesso ai fondi vincolati» La replica di Filippello: «Le entrate sono nelle previsioni, non corriamo rischi di dissesto finanziario»

PESCARA. Le entrate della Tares sarebbero inferiori alle attese. Inoltre, l’amministrazione comunale, in sofferenza di liquidità, continua a fare ricorso alle anticipazioni di cassa. A sostenerlo sono i revisori dei conti del Comune che, in un documento, lanciano un avvertimento dei rischi per le casse comunali. Pronta la replica dell’assessore alle finanze Massimo Filippello. «Non ci sarà alcun dissesto finanziario, né crisi di liquidità», ha assicurato.

Ma ecco alcuni passaggi del documento inviato al sindaco, presidente del consiglio comunale, assessore alle finanze, direttore, segretario generale e dirigente della Ragioneria.

«Il persistente ricorso alle entrate vincolate, pur nei limiti tassativamente previsti dall’articolo 195 del Testo unico degli enti locali», scrivono i revisori Domenico Velluto (presidente), Roberto Orsini e Rocco Menaguale, «costituisce un indice di una costante sofferenza di cassa trattandosi di un’operazione che per sua natura deve essere eccezionale e non di sistema, come divenuta nel caso del Comune di Pescara». «Nell’anno 2013», aggiungono, «l’ente è ricorso all’anticipazione di cassa per un importo massimo di 1.798.807,85 euro, rimborsata entro l’anno. Alla data odierna l’anticipazione utilizzata ammonta a 5.915.940,70 euro. Risultano ancora non ricostituite entrate a destinazione vincolata per un ammontare pari a 15.763.991,63 euro».

Poi i rilievi sulle entrate della tassa sui rifiuti Tares. «Ad oggi», è scritto ancora, «è gravemente carente l’introito del saldo Tares 2013 previsto in bilancio e nei prossimi mesi non sono previste nuove risorse finanziarie da entrate tributarie o trasferimenti, per cui è del tutto prevedibile l’impossibilità di onorare gli impegni di spesa. Pertanto il collegio evidenzia l’assoluta necessità di contenere nei limiti dell’indispensabile gli ordinativi di beni e servizi di parte corrente, ancorché impegnati o impegnabili per dodicesimi, in modo da consentire la graduale ricostituzione del fondo di cassa». «Diviene assolutamente prioritario e non differibile», concludono i revisori, «una concreta ristrutturazione della spesa corrente improduttiva, sicuramente presente nel bilancio dell’ente, oltre ad un’incisiva azione di recupero delle entrate proprie, già nella stesura del prossimo bilancio di previsione».

Ma Filippello non sembra preoccupato dei rilievi dei revisori. «Accogliamo la nota del collegio dei revisori come un invito ad essere sempre opportunamente cauti nella gestione delle risorse pubbliche», ha affermato, «ma possiamo rassicurare lo stesso collegio che a Pescara non ci sarà alcun dissesto o crisi di liquidità: a oggi le sole sofferenze sono determinate dall’incertezza delle scadenze dei pagamenti tributari. Continuiamo a registrare un costante flusso di cassa per la Tares, segno che molti cittadini hanno deciso di diluire i pagamenti».(a.ben.)

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