Il Centro ritrova in un depositole bici dimenticate del bike sharing

I mezzi donati dagli sponsor lasciati abbandonati in un deposito

PESCARA. Che fine hanno fatto le 50 biciclette del Comune, utilizzate in passato per il «bike sharing», cioè per l'affitto gratuito ai cittadini che ne facevano richiesta? L'amministrazione sostiene di averne perso le tracce. Il Dopolavoro ferroviario avverte, invece, che sono in un vecchio deposito abbandonato alla stazione centrale. Sono lì dall'anno scorso, da quando cioè è scaduta la convenzione tra l'ente e il Dopolavoro, che gestiva il punto di prestito gratuito delle due ruote. Adesso, quelle biciclette sono piene di polvere e con gli pneumatici sgonfi. Rischiano di marcire. I

l Comune non sembra al momento intenzionato a proseguire il bike sharing e il Dopolavoro ferroviario non è più autorizzato a dare in prestito i mezzi dell'ente. Così un bene del Comune rischia di finire in malora. E pensare che Pescara è stata una delle prime città a sperimentare il servizio di bici in prestito. Nel 2005, un gruppo di sponsor privati versò un contributo per consentire al Comune di acquistare le biciclette. All'inizio erano 32 i mezzi, poi con il passare del tempo sono saliti a 50. Il versamento arrivò da Banca Tercas, Ferri elettroforniture, Cirotti cicli e Iervese cicli.

L'allora assessore al traffico Armando Mancini approfittò della donazione per organizzare un servizio innovativo di prestito gratuito delle bici, per incentivare l'uso delle due ruote. Il servizio venne affidato, tramite la stipula di una convenzione, a un gruppo di volontari del Dopolavoro ferroviario. Il prestito gratuito delle bici, in via Ferrari, a fianco della stazione centrale, andò avanti con successo anche negli anni successivi. Lo slogan era «Lascia l'auto e prendi la bici». Bastava lasciare un documento d'identità e una cauzione per avere il mezzo gratis. Nel 2008, l'ex assessore Antonio Blasioli ha addirittura potenziato il servizio per consentire ai turisti, che arrivavano a Pescara con il treno, di poter utilizzare le due ruote per girare in città. L'anno scorso, però, l'iniziativa è improvvisamente tramontata. I volontari del Dopolavoro ferroviario hanno lavorato per soli due mesi, a giugno e luglio, poi l'autorizzazione del Comune è scaduta e non è stata più rinnovata. Il bike sharing dovrebbe far parte di uno dei progetti futuri dell'attuale amministrazione, ma per adesso il servizio è sospeso. Ora, quelle 50 biciclette giacciono, in mezzo alla polvere, inutilizzate, nel vecchio deposito della stazione. «Le teniamo noi, perché il Comune non ce le ha più richieste indietro», ha rivelato Bruno Leone del Dopolavoro ferroviario, «le bici, comunque, hanno bisogno di manutenzione».

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