Il Comune paga a Dogali 13mila euro di spese legali

L’ex consigliere dell’Udc coinvolto nell’inchiesta sull’urbanistica e poi assolto ha ottenuto dall’ente il rimborso dei costi sostenuti per il procedimento penale

PESCARA. Il Comune, sempre in affanno per la carenza di risorse economiche a disposizione, deve versare 12.909 euro all’ex consigliere dell’Udc e medico dell’ospedale civile Vincenzo Dogali. Si tratta di un rimborso per le spese che il politico centrista ha sostenuto negli anni scorsi per pagare il suo legale e i costi del procedimento penale nel quale è poi risultato assolto. La vicenda risale al 2009, quando Dogali venne indagato, insieme ad altre 32 persone, con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica per alcuni accordi di programma stipulati tra il 2005 e il 2006 dall’amministrazione di allora. L’ex consigliere, in quel periodo presidente della commissione Urbanistica del Comune, venne coinvolto nell’inchiesta condotta dal pool di magistrati Bellelli, Mennini e Di Florio anche per due episodi particolari. Sarebbe stato accusato di essersi interessato di alcune persone segnalate dall’allora direttore della Saga in cambio di un biglietto aereo Pescara-Milano; e di aver richiesto a un imprenditore un locale per allestire un ufficio. Ma, nell’aprile 2013, il tribunale di Pescara ha assolto Dogali dal reato a lui ascritto «perché il fatto non sussiste». I suoi guai però sono continuati, perché il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Pescara ha proposto ricorso in Cassazione contro la sentenza di primo grado. La Corte suprema di Cassazione, il 17 giugno del 2014, ha rigettato l’impugnazione proposta dal pubblico ministero confermando la sentenza del tribunale di Pescara.

Così, il 29 maggio dell’anno scorso, l’ex consigliere ha presentato al Comune la richiesta di rimborso delle spese legali sostenute nel procedimento penale, quantificato nella cifra complessiva di 14.445 euro.

Per la verità, il diritto al rimborso delle spese legali in favore degli amministratori comunali è sancito dalla Legge 125 del 2015, il cui articolo 86 recita: «Gli enti locali possono assicurare i propri amministratori contro i rischi conseguenti all’espletamento del loro mandato. Il rimborso delle spese legali è ammissibile, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, nel caso di conclusione del procedimento con sentenza di assoluzione o di emanazione di un provvedimento di archiviazione». Terminata l’istruttoria e verificata l’assenza di conflitti d’interesse, l’Avvocatura del Comune ha rideterminato la somma richiesta riducendola da 14.445 a 12.909 euro.

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