Paola D'Ovidio, la pescarese di 45 anni scomparsa a luglio e ritrovata morta in Piemonte

PESCARA

Il fratello di Paola: voglio sapere la verità 

Fabrizio D’Ovidio si era rivolto anche a “Chi l’ha visto?” dopo la scomparsa della sorella a metà luglio. Oggi l’autopsia

PESCARA. «C’è sicuramente qualcosa che ha scosso mia sorella e io voglio capire che cosa è successo. Intanto aspettiamo l’autopsia. Anche se non sarà stato un omicidio, qualche cosa è successo». Fabrizio D’Ovidio parla al telefono in viaggio da Pescara a Vercelli, per incontrare i carabinieri del Reparto operativo del comune piemontese diretti dal colonnello Longhi che si occupano delle indagini relative alla scomparsa, e al successivo ritrovamento del cadavere, tre giorni fa, della pescarese Paola D’Ovidio.

leggi anche: Paola D'Ovidio nella foto pubblicata dalla trasmissione Chi l'ha visto? Vercelli, trovata morta donna pescarese scomparsa Paola D'Ovidio, 45 anni, risiedeva a Santhià, e a metà agosto non era più tornata a casa. Dalle prime indiscrezioni si sarebbe tolta la vita

La donna, 45 anni, da tempo era residente in Piemonte, a Santhià nel Vercellese, dove si era trasferita con il marito, anche lui abruzzese della provincia di Chieti, per il lavoro di entrambi in una catena di autogrill.
Madre di una ragazza di 15 anni, come riferisce affranto il fratello Fabrizio, «Paola si era separata dal marito da qualche tempo. A Pescara era rientrata lo scorso aprile, in occasione della nascita di mia figlia», va avanti, «e io l’avevo sentita al telefono due giorni prima della sua scomparsa, mi era sembrata tranquilla. Ecco perché dico che è successo qualcosa nel lasso di tempo tra quel giovedì e i due giorni successivi, quando poi è scomparsa». Era il 16 luglio scorso.
Dopo due mesi di ricerche, il corpo è stato avvistato nel pomeriggio del 12 settembre, incastrato in una chiusa di un canale irriguo nel comune di Sali Vercellese, località a pochi chilometri da Santhià, dove fin da subito si erano concentrate le ricerche della donna, dopo il ritrovamento della sua Ford Fiesta rossa.
A poca distanza, sulla riva del canale asciutto, è stato ritrovato anche il marsupio che Paola aveva portato con sé dopo aver lasciato la sua abitazione. Ora sarà l'autopsia a determinare le cause del decesso, anche se un primo esame non avrebbe fatto emergere segni di violenza sul corpo di Paola D'Ovidio.
«Non sarà stato un omicidio, ma qualcosa è successo per portarla a questa tragica fine», ribadisce il fratello Fabrizio che a fine luglio aveva divulgato attraverso i social un volantino nelle zone dove viveva la sorella, rivolgendosi anche alla trasmissione Rai “Chi l'ha visto?”.
«Paola è una persona buona, questo era un momento positivo per lei. Per questo non mi capacito di quello che è successo», aveva detto nei suoi appelli Fabrizio D’Ovidio, e questo ha ripetuto anche al Centro.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Paola nei giorni precedenti al suo allontanamento aveva dato segni di malessere quando, non ricevendo risposte dall’ex marito, aveva allertato i carabinieri dicendo di averlo ucciso, per poi rimediare una denuncia per procurato allarme. Poi, qualche giorno dopo il suo allontanamento, con la macchina lasciata nelle vicinanze del ponte che attraversa il canale da dove, con la chiusura del corso d’acqua, è stato individuato il corpo. Oggi l’autopsia. (s.d.l.)
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