Il principe biancazzurro

L’editoriale del direttore nello speciale di 56 pagine dedicato alla promozione del Pescara in Serie B
Il segreto della vittoria è una strana-meravigliosa coppia del calcio italiano.
E solo adesso posso raccontare un retroscena: dopo la partita di Terni ero andato a pranzo al centro sportivo ritrovandomi tra Silvio Baldini e Daniele Sebastiani. Confesso, mi sentivo come Gesù bambino nella capanna di Betlemme, uno spettacolo che neanche in un film. Vi racconterò solo una parte di quella chiacchierata (il resto è irraccontabile) e la userò per provare a trarre la morale su questa impresa incredibile del Pescara.
Ecco la scena: Baldini ottimista ed euforico, Sebastiani scettico e scaramantico: vivevano le stesse emozioni, ma non ho mai visto due personalità così diverse di forte ad una prova comune. Questo deve essere uno dei primi segreti del successo.
Esempio. Il mister dice: «Sorridi Pres! Cos’è questo muso?» (Baldini si rivolge a Sebastiani sempre con questo nomignolo). E Sebastiani: «Ehhhh… raccontagli cosa hai fatto oggi!». E Baldini, raggiante: «Mi sono presentato davanti ai ragazzi con una bella camicia gialla di lino, dei pantaloni chinos avana, con piega perfetta, le scarpe di vernice nera. Ah ah ah…». Sebastiani mi guarda: «Hai capito?». No, non avevo capito. E Baldini: «I ragazzi mi hanno detto: “Ma non abbiamo l’allenamento mister?”. E io: “Ragazzi io sto già festeggiando, non vedete? Noi siamo già qualificati”». Al che Sebastiani aveva fatto un mezzo salto per toccare ferro: «Nooo! Non dirlo mai, ti prego, Silvio». E Baldini: «Pres, ma non ti fidi di me? Ma che sei scaramantico?». E Sebastiani, arpionato a una gamba del tavolo: «A dire il vero sì». Baldini, serio: «E sbagli. Perché qui non è scaramanzia: è psicologia. Vedi, io queste partite le conosco bene. Ti piomba addosso una tensione pazzesca. Ti schianta. I ragazzi non dormono più. L’unico modo che ho per prepararli, oltre alla tattica, le formazioni, eccetera, è: aiutarli a sostenere questi enormi pesi psicologici. L’unico modo che conosco è sdrammatizzare». Un genio.
A questo punto riparla Sebastiani, scuotendo la testa: «Spiegagli che cosa gli hai detto sul futuro…». E Baldini: «Ma perché Pres? Cosa c’è di strano». E Sebastiani: «Diglielo, diglielo!». Il mister: «Entro nello spogliatoio e dico ai ragazzi: “Vedete, io so che molti di voi saranno preoccupati per il futuro, qualcuno si guarda intorno pensando che potrebbe migliorare la sua collocazione in caso di promozione, altri che dovrebbero cercarsi un altro posto…. E sapete cosa accade? Che mister e società dicono sempre la stesa cosa: prima giochiamo, poi pensiamo al futuro». Sebastiani, finto burbero: «Appunto. Non potevamo fare così anche noi? Invece tu….». Baldini: «Invece io li guardo negli occhi e gli faccio: “Io vi dico la verità. La metà di voi non è da serie B. Questa squadra non è da serie B!”». Pausa teatrale: «… “Questa squadra non è da B perché io so che potrebbe giocare in A”». Sebastiani corre di nuovo a toccare ferro. Baldini si diverte: «Ma perché Pres? Ho fatto male? Faccio male Pres?”. E ride.
Si parla degli infortuni. E Sebastiani: «Una volta Balzano aveva preso un brutto colpo alla caviglia. Zoppicava. Va da Zeman e gli fa: “Mister, guardami! Non posso camminare!”». Nuova pausa teatrale. Sebastiani simula un perfetto accento italo-boemo. «Zeman guarda Balzano e gli fa: “E allora non è tuo problema, Antonio. Tu in campo non dovrai camminare mai. Tu dovrai correre”». Baldini ride ancora: «Ah ah ah. Non la conoscevo Pres! Come sai faccio anche io così».
Ecco, godetevi questo gioco dialettico, ma non pensate alla caricatura, o al grottesco. Baldini è un adunano che si ricarica con l’energia che emana, Sebastiani un accumulatore. Immaginate dunque, che l’alchimia tra questi due uomini funziona così, per contrario. E ovviamente ha retto nei tempi delle vacche grasse, ma anche in quelli delle vacche magre. È pieno di panchine che saltano, anche in giorni di pace, perché nelle diarchie tra Mister e “Pres” qualcuno prende troppa luce, qualcuno vuole primeggiare, qualcuno cova problemi o dubbi. Invece Sebastiani e Baldini si sono presi, si sono capiti, e so per certo che se cento riflettori si accendono su Baldini, Sebastiani è più contento che se fossero per lui. E che se Sebastiani è in difficoltà Baldini è di una lealtà granitica: «Non mi ha mai promesso quello che non poteva darmi, non mi ha mai fatto mancare quello che mi aveva promesso. In tanti anni so che è una cosa difficile da trovare, non è vero Pres?».
In primavera, quando la squadra sembrava affondare, il cemento dell’alchimia rovesciata ha retto ad ogni (legittimo) dubbio. Anche quando il mister voleva un altro mercato, anche quando Sebastiani avrebbe fatto altre scelte di formazione. Difficile trovare due che mentre tutti intorno soffrono o si agitano mantengono la loro reciproca stima invariata. Questa è una lezione che supera i confini del calcio: vale per le aziende, per i partiti, per le università, per qualsiasi struttura gerarchica. Ed ecco perché oggi questa squadra sente di aver scritto solo il primo capitolo di un grande possibile libro di avventure. Ecco perché i due padri della promozione in B sono uniti dallo stesso sogno: Baldini lo dichiara come un obiettivo, Sebastiani ricorre sempre a scongiuri e toccate. Ma il legame di complicità resta indissolubile.
Non è vero Pres?
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