Imu, 90mila contribuenti dovranno pagare entro il 17 giugno

Sono esentati dal versamento solo i proprietari delle abitazioni principali e gli assegnatari Ater

PESCARA. Sono circa 90mila i contribuenti chiamati a pagare l’acconto dell’Imu entro il 17 giugno prossimo. Ci sono ancora 9 giorni di tempo per i ritardatari. Il versamento è sospeso soltanto per i proprietari delle abitazioni principali, gli alloggi Ater regolarmente assegnati, i terreni agricoli e i fabbricati rurali. Rinviata invece al 30 giugno dell’anno prossimo la dichiarazione Imu. Lo hanno ricordato l’assessore Massimo Filippello e il dirigente Marco Scorrano. Ma ecco un vademecum.

Chi deve pagare. L’acconto dell’Imu si deve pagare per tutti gli immobili diversi dall’abitazione principale e cioè seconde e terze case, appartamenti affittati, locali commerciali, aree edificabili, studi professionali, cinema e teatri.

Chi non paga. Il decreto legislativo54, del 2013, ha previsto la sospensione del versamento dell’acconto Imu per i proprietari o titolari di altro diritto reale di godimento sui seguenti immobili: abitazioni principali (quelle in cui i contribuenti risiedono anagraficamente e vi dimorano abitualmente), categorie catastali da A2 ad A7 e le relative pertinenze C2, C6 e C7 (box, cantine o soffitte) per un massimo di una per ciascuna categoria catastale; le unità immobiliari possedute a titolo di proprietà o usufrutto dai cittadini italiani residenti all’estero, a condizione che non risultino locate; le unità immobiliari delle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibite ad abitazioni principali e relative pertinenze dei soci assegnatari, nonché gli alloggi regolarmente assegnati dall’Ater; i terreni agricoli e incolti e i fabbricati rurali. Sono escluse dalla sospensione e quindi devono pagare l’acconto gli immobili (categoria A1, A8 e A9) di pregio e di lusso e le ville adibiti ad abitazioni principali.

Le aliquote. L’amministrazione comunale ha deciso che l’acconto Imu deve essere calcolato con le stesse aliquote utilizzate nel 2012. Così, per le case di pregio e le ville (categorie A1, A8 e A9) si deve applicare l’aliquota al 3,5 per mille. Per le seconde e terze case non affittate, le aree edificabili, i locali commerciali non utilizzati dai proprietari per le loro attività, i capannoni industriali, il calcolo si deve fare con l’aliquota massima del 10,25 per mille. Per gli studi professionali (categoria A10) utilizzati direttamente dai proprietari si applica il 9,6 per mille. Per i cinema e i teatri, il 7,6 per mille.

Come si calcola. Quest’anno, a differenza dell’anno scorso, l’acconto Imu va versato interamente al Comune. Ad eccezione degli immobili categoria D, come i capannoni industriali, per i quali si continua a versare una quota anche allo Stato. Vediamo come si effettuano i vari calcoli. Partiamo dagli immobili diversi dalla categoria D. Si prende la rendita catastale e la si rivaluta del 5 per cento, come previsto da una legge del governo Prodi. Il risultato deve essere moltiplicato per il cosiddetto moltiplicatore Imu, che per le abitazioni è 160, per gli studi 80, per i negozi e botteghe 55, per gli alberghi, cinema, teatri e opifici 60. Si ottiene così la base imponibile che deve essere assoggetta all’aliquota corrispondente. Dopo quest’ultimo calcolo si ottiene l’Imu annuale. Per calcolare l’acconto si deve dividere per 2. Il risultato è l’acconto da pagare entro il 17 giugno.

Più complicato il calcolo per gli immobili di categoria D. Si prende la rendita, si rivaluta del 5 per cento, si moltiplica per il moltiplicatore (60 o 80 a seconda delle tipologie di immobili). Si ottiene così la base imponibile. Per calcolare l’Imu di competenza comunale si deve moltiplicare la base imponibile per 0,265 per cento e poi dividere per 2 per ottenere la quota d’acconto. Per l’Imu allo Stato si deve moltiplicare la base imponibile per 0,76 per cento e dividere il risultato per 2. Si ottiene in questo modo l’acconto da versare allo Stato. I versamenti si possono fare in banca, tramite i modelli F24, tradizionale o semplificato, oppure alle Poste con apposito bollettino.

Gli esempi. Prendiamo un locale commerciale, con rendita catastale di 900 euro, utilizzato direttamente dal proprietario per la propria attività. L’aliquota da applicare è quella del 7,6 per mille. L’imposta dovuta per tutto l’anno è di 395 euro; l’acconto da versare a giugno è di 198 euro. Il codice tributo da indicare sul modello F24 per il versamento è il 3918.

Prendiamo un capannone industriale, categoria catastale D e rendita di 1.200 euro. L’imposta complessiva annua è di 839 euro, cioè 420 euro di acconto, di cui 311 euro allo Stato e 109 al Comune. I codici tributo da indicare sull’F24 sono 3925, per lo Stato e 3930, per il Comune.

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