PESCARA

Inaugurazione anno giudiziario del Tar, silenzio per Rigopiano

La relazione del presidente Urbano: contenziosi in aumento, produttività pari all'87,5% dei ricorsi depositati

PESCARA. Si è aperta con un minuto di raccoglimento, in memoria delle vittime del disastro dell'Hotel Rigopiano, l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2017 della sezione staccata del Tribunale amministrativo regionale, che si è tenuta questa mattina a Pescara, nella Sala dei Marmi del Palazzo della Provincia. «Nel 2016 il contenzioso instaurato presso questo Tar è aumentato rispetto al 2015 - ha detto Amedeo Urbano, presidente della sezione di Pescara del Tar abruzzese, dopo i saluti e i ringraziamenti di rito alle autorità istituzionali, civili e militari presenti -. Sono stati depositati 423 ricorsi e in particolare è aumentato il numero di ricorsi in materia di appalti pubblici. La produttività del Tar di Pescara per il 2016 - ha rimarcato Urbano - è pari all'87,5% dei ricorsi depositati». Il presidente della sezione pescarese del Tar ha poi osservato «che l'entrata in vigore del processo telematico ha agevolato notevolmente la rapidità della definizione dei processi».

Urbano ha poi invocato «un quadro normativo più chiaro, semplice e coordinato», rilevando come «l'esercizio della funzione giurisdizionale da parte dei giudici amministrativi è divenuta particolarmente gravosa per l'accavallarsi di norme talvolta introdotte con decreti legge, ma poi modificate in sede di conversione o inserite in leggi aventi ad oggetto principale diversa materia, e spesso senza l'emanazione di disposizioni di natura transitoria o l'espressa enunciazione delle norme abrogate».

Infine il presidente del Tar di Pescara ha citato le parole del presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, che ha fornito uno stimolo ai magistrati «a rendere una giustizia efficiente e tempestiva, chiara nelle sue decisioni e che possa ridurre l'incertezza e ricostruire la fiducia nella capacità dell'ordinamento di dare risposte effettive ai cittadini in modo da promuovere la coesione sociale, in un momento di particolare confusione delle fonti di diritto e in cui spesso la pubblica amministrazione ha paura di decidere e attende che sia il giudice amministrativo ad amministrare per sentenza».