L’afa stressa le mucche Crolla la produzione di latte 

Coldiretti Abruzzo: danni per un milione di euro, problemi anche per suini e api Danni alle coltivazioni di cereali, pomodori, ortaggi e legumi

PESCARA . In Abruzzo è stress da caldo per gli animali, con particolare riferimento alle mucche, ai maiali e alle api. È l’allarme lanciato da Coldiretti Abruzzo, sia sulla scorta dei dati nazionali del Sistema di allerta caldo del Crea che in merito ad una indagine effettuata a livello territoriale da cui emerge una situazione di emergenza con forti ripercussioni sulla produzione.
Il settore zootecnico – con particolare riferimento ai bovini, avicoli e suini - è sicuramente quello che risente di più della situazione (-20% della produzione di latte con una perdita di circa un milione di euro) ma l’emergenza riguarda anche comparti minori come quello apistico (si arriva anche a -40% della produzione di miele millefiori) e per gli avicoli si stima una diminuzione della deposizione delle uova di almeno il 10%. In più, dopo mesi molto siccitosi inizia a scarseggiare anche il fieno necessario all’alimentazione degli animali, con prati e pascoli che sono a secco e non riescono a garantire l’alimentazione di mucche e pecore stressate dal caldo.
«Per le mucche», riferisce la Coldiretti, «il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi. Oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte». In soccorso sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi. In funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per aiutare a sopportare meglio la calura. Al calo delle produzioni di latte si aggiunge dunque anche un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo.
A soffrire sono anche i maiali, che mangiano meno nonostante ventilatori, doccette e sistemi di raffreddamento misti con acqua e aria che lavorano a pieno regime. «In alcuni casi», dice Coldiretti Abruzzo «gli allevatori di maiali si sono dotati di veri e propri nebulizzatori che, seppure mitigano la situazione purtroppo non risolvono un grave problema che può sfociare anche con il decesso dei capi».
E per finire ci sono le api, considerate un indicatore dello stato di salute della natura: per il caldo volano meno mentre, quando volano, spesso non trovano di cui cibarsi perché i fiori sono stati “bruciati” dal sole con un conseguente calo della produzione.
Con il prolungarsi dell’assenza di pioggia l’allarme siccità si è ormai esteso ad oltre i 2/3 della superficie agricola nazionale interessando praticamente tutte le regioni, anche se con diversa intensità, con perdite secondo la Coldiretti ormai ben superiori ai 2 miliardi. Le colture più colpite sono i cereali, il pomodoro da industria, il lattiero caseario, l’olio di oliva, gli ortaggi ed i legumi.
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