La denuncia dell’amico: troppi posti vuoti gli orari rigidi impediscono di trovare lavoro

8 Maggio 2014

Anche Morteza è uno degli utenti della Cittadella dell’accoglienza, in via Alento. Ha 26 anni ed è iraniano, specializzato paramedico. In Italia da 8 anni, racconta di aver lavorato a lungo per le...

Anche Morteza è uno degli utenti della Cittadella dell’accoglienza, in via Alento. Ha 26 anni ed è iraniano, specializzato paramedico. In Italia da 8 anni, racconta di aver lavorato a lungo per le sue competenze anche nel 118. Qualche mese fa, al termine del Servizio civile svolto ad Ancona, è venuto a Pescara e ha iniziato a cercare lavoro. Lamenta che nella struttura di via Alento ci sono posti vuoti, e difende l’amico Pasquale Grassi: «I trattamenti sono diversi da persona a persona», afferma, «io avevo persino trovato un lavoro, ma devo rinunciare perché sarei dovuto rientrare all’una, che è troppo tardi per quanto consentito dal regolamento della Cittadella». Ma, su questo, don Marco Pagniello, guida della Caritas pescarese, precisa: «È vero che nella casa ci sono delle regole e non potrebbe essere altrimenti poiché altrimenti si verificherebbero disordini e la sicurezza sarebbe a rischio. Ma è anche vero», prosegue, «che nel momento in cui c’è un progetto di lavoro vi sono delle deroghe». Don Marco spiega il funzionamento della struttura: «Quando l’utente trova lavoro, i nostri operatori verificano il progetto con l’azienda con la quale egli dovrà lavorare e, una volta a conoscenza degli orari, diamo la possibilità di rientrare più tardi del previsto». Secondo don Marco, «ci sono utenti che lavorano e rientrano anche in piena notte. Certamente, ogni situazione viene valutata singolarmente e a seconda delle condizioni per mettere in atto la più giusta e sicura assistenza». (pa.to.)