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La maga dei pastelli all'ex Aurum

Al debutto «Morsi di luce», la mostra della pittrice Armellani

PESCARA. A partire da sabato 19 giugno, la sala D'Annunzio dell'ex Aurum ospiterà la mostra di pittura antologica «Morsi di luce» di Manuela Armellani, curata dai critici Chiara e Leo Strozzieri. L'esposizione sarà aperta fino al 12 luglio (ingresso gratuito).  Alla cerimonia d'inaugurazione, che si svolgerà a partire dalle 18,30, parteciperanno il sindaco Luigi Arbore Mascia, il presidente della Provincia Guerino Testa e l'assessore alla Cultura Elena Seller.

Il maestro Alberto Ortolano accompagnerà la serata al pianoforte. L'esposizione sarà documentata da un catalogo proposto dall'editrice Sala.  Manuela Armellani è nata a Montesilvano nel 1976. Fin da piccola ha manifestato una innata predisposizione al disegno e, appena terminate le scuole d'obbligo, si è iscritta al liceo artistico Giuseppe Misticoni di Pescara, dove ha operato quella che da alcuni studiosi è stata definita la «scuola artistica pescarese», un corpo docente di primo piano dell'arte italiana, come il fondatore stesso del liceo, lo scultore e ceramista Giuseppe Di Prinzio, Angelo Colangelo, Franco Summa, Dino Colalongo, Enio D'Incecco, Alfredo Del Greco e, in seguito, anche Ettore Spalletti, artista ormai di notorietà internazionale. 

La giovane pittrice abruzzese, definita da Dino Colalongo come la «maga dei pastelli», eccelle anche nel campo dell'incisione. Però, il suo interesse è rivolto soprattutto alla figura femminile. Negli ultimi anni, il suo lavoro si è strutturato per cicli che hanno come tema dominante, quasi esclusivo, il nudo femminile, dipinto con gestualità espressionistica e segnica e spesso facendo ricorso al solo colore nero. 

È costante nelle sue opere il richiamo al principe della metafisica italiana, Giorgio De Chirico nei cui manichini si evidenzia un accumulo di invisibile mistero che lei sa riversare a piene mani sui suoi corpi femminili. Nel 2007, l'artista, dando un'accelerazione fuori dal comune al suo impegno, in seguito alla visita di una galleria, ha eseguito più di 50 opere in soli quattro mesi.  La donna di Armellani, dalla perfetta struttura anatomica, non solo offre una notevole carica erotica, ma rende anche visibile il dramma che da secoli accompagna l'altra metà dell'universo, come spesso viene definita la donna.

Una donna che si offre e parimenti soffre. Proprio nell'atto liturgico offertoriale è scolpito e reso visibile il dramma.  Questa è l'unica chiave di lettura o metro interpretativo consequenziale dell'ostensione di corpi pensati e costruiti volutamente per compiacere tutti quelli che aspirano alla gioia di vivere.  Una gioia di vivere che purtroppo non è dato riscontrare in quelle calotte ovoidali che quasi mai si strutturano in volti umani con relativa capacità allusiva alla persona.

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