La proroga Tari crea altro caos: quindici giorni, ma da quando?

I bollettini precompilati non sono ancora arrivati e venerdì scorso si doveva versare la prima rata Il Comune ha concesso altro tempo, ma risulta impossibile determinare la nuova scadenza

PESCARA. Venerdì scorso, è scaduto il termine per la prima rata della Tari, la nuova tassa sui rifiuti in vigore da quest’anno. Ma nessuno dei 60mila contribuenti interessati è riuscito ancora a pagare. I bollettini precompilati, che la Soget sta spedendo per conto del Comune, non sono ancora arrivati. Forse, cominceranno ad essere recapitati nella settimana entrante, ma è un’incognita. Nel frattempo, si è scoperto un piccolo pasticcio che potrebbe far esplodere un nuovo caos sulla tassa dei rifiuti. L’amministrazione comunale ha concesso 15 giorni in più per pagare, una proroga che scatta dalla ricezione dei bollettini. Ma come si fa a documentare quando sono effettivamente arrivati i bollettini? Impossibile, visto che le lettere della Soget non hanno né il timbro di partenza e né quello di arrivo. Quindi, chiunque potrebbe dire, ad esempio, di aver ricevuto le fatture con un mese di ritardo dalla scadenza per avere più tempo per fare i versamenti.

Un lettore del Centro ha definito «approssimativa e giuridicamente inesatta la rassicurazione del Comune circa la possibilità di pagare entro 15 giorni dalla ricezione del bollettino». Un problema che il dirigente dell’Ufficio tributi del Comune Antonio Mastroluca liquida in questo modo. «L’ente applicherà le sanzioni per il mancato pagamento della Tari», ha avvertito, «solo dopo aver inviato gli avvisi di sollecito a casa dei contribuenti che risultano non aver pagato». «Prima di inviare i solleciti aspetteremo un po’ di tempo», ha fatto presente ancora, «una volta compilato l’elenco con chi ha versato l’imposta e chi no, potremo cominciare a spedire gli avvisi tramite raccomandate con ricevute di ritorno». Avvisi che, molto probabilmente, non partiranno prima della metà di dicembre prossimo, cioè ad un mese e mezzo dalla scadenza fissata dall’amministrazione comunale per pagare la prima rata. Così, i contribuenti che non saranno in regola potrebbero trovarsi a dover pagare la prima rata e la seconda, con scadenza entro il 31 dicembre, a distanza ravvicinata. Il dirigente ai Tributi ha, tuttavia, invitato i contribuenti, che non dovessero ricevere entro la metà di questo mese i bollettini, a rivolgersi agli uffici del Comune, oppure a quelli della Soget.

Resta il fatto che lettere, che la Soget sta spedendo allegate ai bollettini, potrebbero generare qualche confusione tra i contribuenti. Gli avvisi invitano i cittadini a pagare la Tari entro le scadenze stabilite, la prima è gia superata, cioè quella del 31 ottobre, fissata sia per il versamento della prima rata che per quello in un’unica soluzione, e quella del 31 dicembre per la seconda rata. «E, comunque», è scritto nella missiva, «entro 15 giorni dal ricevimento del presente avviso».

Ricevuti i bollettini, importante è verificare la correttenza degli importi precompilati dagli uffici. Bisogna ricordare, in proposito, i numerosissimi errori riscontrati l’anno scorso con i bollettini della Tares, la vecchia tassa dei rifiuti, che costrinsero migliaia di contribuenti a fare lunghe file all’Ufficio tributi del Comune per far correggere gli importi da pagare. L’errore più frequente era stato il calcolo della tassa effettuato su quattro componenti familiari, anche per i single e per i nuclei di due o tre persone. Gli esperti, quindi, consigliano anche stavolta, per sicurezza, di rifare il calcolo, tenendo presente che per le utenze domestiche si deve moltiplicare la superficie calpestabile dei locali (ossia i metri quadrati netti misurati al filo interno delle murature) per la tariffa fissa unitaria corrispondente al numero degli occupanti l’immobile. Poi, si deve aggiungere la corrispondente tariffa variabile. Invece, per le utenze non domestiche si moltiplica la superficie calpestabile dei locali (ossia i metri quadrati netti misurati al filo interno delle murature) per la tariffa fissa unitaria della categoria di appartenenza e si aggiunge il prodotto tra la superficie dei locali e la tariffa variabile della categoria di appartenenza. All’importo del tributo comunale bisogna poi aggiungere il 5 per cento relativo al tributo provinciale.

Chi dovesse avere qualche dubbio, si può rivolgere all’Ufficio tributi del Comune, in via Venezia 8, oppure telefonare allo 085/4283801. Gli orari di apertura sono i seguenti: da lunedì a venerdì, dalle 8,30 alle 11,30; martedì e giovedì, dalle 15,30 alle 16,30.

©RIPRODUZIONE RISERVATA